Pfas: il relatore Onu si dice preoccupato, e cita anche Spinetta
La relazione in Senato. Una pandemia silenziosa: «Molti bambini nascono già preinquinati»
SPINETTA MARENGO – Si è detto «seriamente preoccupato dall’entità dell’inquinamento da sostanze tossiche perfluoroalchiliche (Pfas) in alcune zone del Veneto», ma anche «preoccupato per la produzione in corso di Pfas da parte della Solvay a Spinetta Marengo».
Lui è il professor Marcos Orellana, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle sostanze tossiche e i diritti umani, ed ha relazionato al Senato – parlando ad ampio spettro – lo scorso 25 maggio, sul disegno di legge numero 2392 (misure urgenti per la riduzione dell’inquinamento da Pfas e per il miglioramento della qualità delle acque destinate al consumo umano).
Il lavoro dell’Onu
Il rappresentante Onu ha più volte esortato l’Italia ad adottare le misure per limitarne l’uso a livello nazionale.
Durante la sua visita in Italia, Orellana ha incontrato rappresentanti del Governo, autorità regionali e locali membri della comunità, avvocati , medici e membri della società civile.
I risultati del lavoro svolto e le conseguenti raccomandazioni saranno presentate al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite del settembre del 2022.
«Diritti umani violati»
«Molti casi di abusi di violazioni dei diritti umani vengono perpetrati dalle imprese. Ciò riguarda l’inquinamento di comunità, di lavoratori, e l’avvelenamento di comunità, lavoratori. Questi abusi – sostiene – queste violazioni, conseguono alle industrie estrattive, all’uso degli antiparassitari in agricoltura, all’industria chimica, alle emissioni di impianti per la produzione di energia, alle fabbriche veicoli e altre fonti, e alla inadeguata gestione dei rifiuti. Uno degli strumenti a nostra disposizione è quello delle visite ai vari Paesi. Ho visitato l’Italia dal 30 novembre invitato dal Governo italiano».
Durante gli incontri, l’inviato speciale dell’Alto Commissario dell’Onu voleva valutare l’impegno preso dal Governo Italiano per prevenire e affrontare gli impatti avversi delle sostanze tossiche. E ringrazia gli amministratori «per l’invito, la volontà di aprirsi al mio esame e per l’eccellente cooperazione dimostrata in modo che potessi sfruttare al meglio la visita».
La ‘chimica’ per sempre
Marcos Orellana si è recato in Veneto, nelle cosiddette zone rosse Pfas: «L’area più contaminata è in Veneto e sono seriamente preoccupato dalle dimensioni dell’inquinamento. Queste sostanze vengono chiamate “sostanze chimiche per sempre” perché persistono, non degradano nell’ambiente. Oltre 300 mila persone nella regione hanno avuto conseguenze avverse a causa della contaminazione, anche dell’acqua potabile. I residenti dell’area soffrono di grossi problemi di salute – infertilità, aborti spontanei, e forme tumorali».
Parla delle Mamme NoPfas, il commissario Onu, della Miteni (ormai chiusa). Ma non solo.
L’inquinamento collegato ai Pfas non è solo limitato alla regione del Veneto, ha spiegato, tra le altre aree interessate c’è la Pianura Padana: «In particolare sono preoccupato relativamente alla produzione in corso di PFAS da parte della Solvay a Spinetta Marengo. Questa attività può creare un disastro ambientale molto simile a quello sofferto dalle comunità venete nel caso in cui ci siano incidenti o sversamenti di Pfas nelle acque locali».
Parla anche del progetto di legge. «In questo contesto mi felicito di vedere che un progetto di Legge sia stato presentato al Parlamento italiano relativamente ai Pfas che intende ridurre l’emissione dei Pfas nell’ambiente allineando la normativa italiana con l’Unione Europea».
Il progetto di Legge
Il progetto di Legge si basa sull’evidenza scientifica che riguarda «le caratteristiche pericolose dei Pfas ed intende stabilire un osservatorio specifico su queste sostanze per restare al passo con la ricerca tanto tecnologica quanto scientifica».
«La dichiarazione universale dei Diritti Umani – continua -riconosce il diritto di tutti a condividere i progressi scientifici e dei suoi benefici. Questo ha implicazioni enormi come ad esempio la dignità, la salute, la non discriminazione, un lavoro sicuro, acqua pulita, aria salubre, il diritto a un ambiente veramente salubre».
Prevenire le esposizioni
«Il diritto alla scienza significa, ed implica, che il Governo debba adottare delle misure per prevenire le esposizioni alle sostanze pericolose sulla base delle prove scientifiche migliori a disposizione – sottolinea Orellana – E le scoperte scientifiche che riguardano le sostanze o i processi più pericolosi devono indurre i Governi ad adottare delle misure tempestive ed effettive per dare protezione alla popolazione».
E la disinformazione?
Introduce la questione della disinformazione, Orellana. «La disinformazione è diventata uno strumento molto potente per manipolare la consapevolezza del pubblico, il dibattito genera confusione e genera sfiducia nella scienza – spiega – È diventato un businnes molto fruttuoso quello di disseminare il dubbio sui pericoli e i danni delle sostanze tossiche. Alcune aziende si specializzano nel divulgare incertezza e fraintendimenti nella società. Tattiche di distorsione sono utilizzate per mantenere i prodotti pericolosi ancora sul mercato. E in tutta impunità. Il diritto alla scienza implica anche che l’informazione scientifica veritiera sia sempre accessibile».
«Molti bambini nascono già preinquinati»
«Le sostanze pericolose riguardano aree molteplici della nostra vita quotidiana – ha spiegato durante il suo intervento in Senato il relatore speciale Onu Marcos Orellana su sostanze tossiche e diritti umani – Queste sostanze tossiche le troviamo spesso nel cibo che mangiamo, nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo e anche nei luoghi dove lavoriamo, nei luoghi che per noi sono casa. Questa esposizione dannosa si collega a varie forme di cancro, di anormalità riproduttive, di malattie polmonari, di diabete, di disabilità dell’apprendimento e altri problemi. La nostra esposizione incessante a sostanze tossiche – continua Orellana – da una serie di fonti ha delle conseguenze dirette per la vita umana. Ci impedisce di raggiungere gli standard di salute più alti possibili, ci blocca l’accesso all’integrità fisica, ad acqua potabile, al cibo sano, al diritto di un ambiente sostenibile, salubre, pulito».
Pandemia silenziosa
«L’esposizione a queste sostanze – spiega – riguarda spesso le fasce più deboli della popolazione, i poveri, le popolazioni indigene, i lavoratori, i migranti. Il segmento probabilmente più a rischio della popolazione sono proprio i bambini. I pediatri tristemente descrivono che molti bambini nascono già preinquinati, cioè c’è una pandemia silenziosa di malattie, di disabilità, di morte prematura in tutto il mondo. Centinaia di bambini hanno già centinaia di sostanze chimiche tossiche nel loro corpo prima ancora di nascere. Gli scienziati hanno collegato alti livelli di alcuni forme tumorali ed altri impatti avversi alla salute, all’aumento della produzione e dell’uso e del consumo di sostanze chimiche».