Verso il voto: tre mesi di scontri, ritorni e colpi di scena
Mancano pochi giorni alla conclusione di una campagna elettorale "senza esclusione di colpi"
ACQUI TERME – Parafrasando un noto film con Mel Gibson del 1982 e voltandosi indietro a cinque giorni dal voto non si può certo dire che quella acquese non sia stata una campagna elettorale “vissuta pericolosamente”.
La sfida nella sfida?
Al netto di conferme o smentite rilasciate da ambo le parti, nel centrodestra locale la dicotomia Roso-Rapetti, almeno in prima battuta, ha inevitabilmente disorientato l’elettorato di parte. La candidatura di Franca Roso appoggiata da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia non ha raccolto consensi unanimi tra i fedelissimi del ‘Carroccio’, portando una fazione (pur contenuta ma comunque rappresentativa) di militanti leghisti a sostenere la lista civica guidata dall’ex sindaco, in città figura di spicco del partito di Salvini. Una svolta civica, quella di Danilo Rapetti, diventata via via sempre più trasversale fino a raccogliere consensi anche tra alcuni “attori principali” del centrosinistra: su tutti, il dottor Michele Gallizzi, ex Pd, e Nicola De Angelis, tra i fondatori di ‘Acqui in Azione’. A ogni modo, da marzo in poi la Roso ha potuto contare su un’effettiva compattezza di schieramento e su “sponsorizzazioni” altisonanti, partendo da quella del ‘Cavaliere’ fino agli onorevoli Molinari e Zangrillo, più volte giunti ad Acqui a sostegno dell’ex assessore al Bilancio della Giunta di Enrico Bertero (in lista con Rapetti).
Il sindaco per “la seconda”
Anche quella che ha visto coinvolto il sindaco Lorenzo Lucchini non è stata una campagna all’acqua di rose. Elettorato avverso e opposizioni negli ultimi mesi hanno svolto il proprio ruolo senza risparmiare nulla all’attuale Giunta. La polemica sorta tra il primo cittadino e un noto imprenditore acquese, inoltre, ha senza dubbio fatto “rumore”, suscitando reazioni contrastanti tra i cittadini. Nelle ultime settimane, però, l’azione di Lucchini si è concentrata sui programmi e sui progetti messi in cantiere per i prossimi anni, con la scelta di dare voce anche ai propri candidati consiglieri.
Così a (centro)sinistra
Se un anno fa si fosse fatto un sondaggio tra l’elettorato riformista e radicale probabilmente non sarebbe stato quello di Bruno Barosio (per dieci anni, dal ’99 al 2009, sindaco di Bistagno) il nome più gettonato tra i papabili candidati sindaci di centrosinistra. Pd, Articolo Uno, Azione e Italia Viva hanno puntato su un profilo d’esperienza amministrativa, per il quale hanno intrapreso una campagna elettorale coesa, fatta anche di iniziative originali (vedi il flash mob ’pro Terme’) e nomi autorevoli come quelli dell’onorevole Pierluigi Bersani e dell’eurodeputato Benifei.
I presunti outsider
Alessio Barosio, candidato dell’Udc, ha basato la propria ‘campagna’ su numeri e programmi (per alcuni, forse troppo audaci), senza risparmiare dure critiche e provocazioni nei confronti dei precedenti e attuali amministratori. L’ultimo guanto di sfida lo ha lanciato la scorsa settimana: un confronto pubblico tra gli aspiranti sindaci per rendere conto ai cittadini dell’”affaire” Terme. Degli ultimi giorni, invece, le critiche a Rapetti e al possibile ruolo di “facilitatore” ricoperto dal generale Umberto Rapetto.
“The last but not the least” il già due volte sindaco Bernardino Bosio. L’annuncio della sua candidatura è arrivato a poco più di un mese dalle elezioni, ma la campagna elettorale dell’ex primo cittadino, pur sotto traccia, era iniziata già da tempo. «Potrei raccogliere voti sia a destra che a sinistra», ha dichiarato. Sarà davvero così? Staremo a vedere, di certo sottovalutare il peso politico di una figura che in città vanta ancora non pochi estimatori sarebbe un errore che tra gli altri candidati nessuno può concedersi.