Il Santo di oggi, 9 giugno, è San Primo
Oggi, 9 giugno, la Chiesa celebra anche San Feliciano
Il Santi di oggi, 9 giugno, è San Primo ma viene celebrato anche San Feliciano e Sant’Efrem.
San Primo e San Feliciano
Martiri – Primo e Feliciano sono vissuti a Roma intorno all’anno 303 e la loro storia è leggendaria. Sono due fratelli che abbracciano la fede cristiana e hanno come missione quella di convertire altri pagani. Passano moltissimo tempo nelle carceri a confortare con la preghiera i cristiani in attesa di essere giustiziati. Quando la loro attività viene alla luce sono a loro volta imprigionati.
Subiscono il martirio durante le persecuzioni indette dagli imperatori Diocleziano e Massimiano. Si rifiutano categoricamente di fare sacrifici agli dei pagani e per questo motivo vengono sottoposti ad atroci torture. A Primo viene versato del piombo fuso in bocca mentre a Feliciano vengono conficcati dei chiodi nei piedi e nelle mani. Miracolosamente i due fratelli rimangono illesi e sopravvivono a queste terribili pratiche e, per questo motivo, vengono uccisi per decapitazione. Il loro è uno dei primi esempi di traslazione di corpi di martiri all’interno delle mura di Roma: Papa Teodoro I fa infatti traslare i loro corpi dal XV miglio della via Nomentana alla chiesa di Santo Stefano Rotondo al Celio.
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San Efrem il Siro
Diacono e dottore della Chiesa
Nato a Nisibi (Mesopotamia) nel 306 d.C., in una città sotto il dominio romano. Le informazioni sui suoi primi anni sono incerte e contrastanti. Ricevette il battesimo all’età di circa 18 anni.
Strinse una profonda amicizia con il vescovo Giacomo, figura chiave nella sua formazione spirituale. Insieme al vescovo Giacomo, contribuì alla fondazione e alla guida di una scuola di teologia a Nisibi. Ordinato diacono prima del 338, dedicò la sua vita all’insegnamento e all’ascetismo a Nisibi.
Con la conquista persiana di Nisibi nel 363, Efrem fu costretto all’esilio nella città di Edessa. A Edessa continuò la sua attività di predicatore e insegnante, pur tra difficoltà e persecuzioni. Morì a Edessa il 9 giugno 373, lasciando un’eredità spirituale e letteraria di grande valore.