Accademia Urbense e Ir Bagiu insieme per la "Guida di Silvano"
Il volume è stato presentato sabato pomeriggio presso i locali della Galleria Silvanese
Appuntamento culturale in Corte Padre Dionisio
SILVANO D’ORBA – Il ruolo decisivo dei Botta – Andorno, i marchesi che spinsero per una forte rinascita architettonica del paese. I progressi nell’agricoltura e nelle condizioni di vita generali agevolate anche da un contesto di pacifica transizione dopo i tanti conflitti del secondo precedente. Si parlerà di tutto questo domani sera, domenica 5 giugno, a partire dalle 21.00, a Silvano d’Orba.
L’occasione è fornita da “La storia di Silvano d’Orba nel suo secolo d’oro; il 700”, l’incontro organizzato dal Circolo Dialettale Silvanese “Ir Bagiu” in collaborazione con il Comune. Nel corso della serata, organizzata in Corte Padre Dionisio, è prevista anche la presentazione del romanzo storico di Giampiero Pesce “In punta di pennello”.
«Nel ‘700 – spiega Claudio Passeri, tra gli organizzatori e portavoce del circolo – il territorio di Silvano d’Orba fu rimesso a frutto con miglioramenti in agricoltura e la trasformazione dell’antico castello in in una lussuosa dimora barocca. La conferenza, come il romanzo “In punta di pennello”, parte dalle ricerche di Giampiero Pesce e di Giovanni Calderone sulla storia del nostro paese. Quanto è stato portato avanti va ad approfondire ciò che era già emerso dal lavoro di Sergio Basso e Pierfranco Romero». All’incontro che si aprirà con i saluti del sindaco, Giuseppe Coco, parteciperanno gli stessi Pesce, Calderone e Passeri.
Accademia Urbense e Ir Bagiu insieme per la "Guida di Silvano"
Il volume è stato presentato sabato pomeriggio presso i locali della Galleria Silvanese
Con loro Paolo Bavazzano, presidente dell’Accademia Urbense di Ovada. Il Circolo è da sempre impegnato nella valorizzazione e salvaguardia della storia, della cultura, delle tradizioni popolari e del territorio di Silvano d’Orba. La nascita ufficiale risale al 2001 con la redazione dello statuto. Ogni anno l’associazione pubblica «L’Armanàculu d’Sirvòu», un calendario in dialetto corredato da immagini, aneddoti e testimonianze del tempo che fu.