Debunking, verificare le notizie e la loro autenticità
Quando si parla di Metaverso e di Realtà Virtuale, spesso la reazione che se ne ha, soprattutto dopo una certa età, è di non comprenderne la ragione e anzi sottovalutarne gli orizzonti soprattutto in anni, come quelli che stiamo vivendo, in cui la Realtà Vera ha bussato con forza alla nostra porta.
Come sostiene il filosofo Cosimo Accoto nei suoi testi però, viviamo già nell’era della Simulazione: prima di essere disposti sugli scaffali perché possano da noi essere toccati e soppesati, gli oggetti che vediamo nei grandi magazzini sono stati file realizzati da un software, progettati online e solo in secondo momento realizzati nella loro concretezza. La realtà digitale ha preceduto la realtà fisica. Del resto, per ciascuno di noi, l’utilizzo quotidiano della tecnologia dà la misura della sua capacità non solo di imitare la realtà, ma di crearla e di renderla possibile.
Proprio per questo forse, abbiamo più difficoltà di un tempo, quando navighiamo, a distinguere le notizie vere da quelle false soprattutto quando queste ultime sono realizzate ad arte come i video “deep fake”. Anzi, la possibilità, con un paio di click, di accedere alla più sterminata quantità di informazioni che l’umanità abbia mai avuto a disposizione dà l’illusione che anche la conoscenza sia a portata di mano, quando invece richiede di soppesare ciò che osserviamo, cercarne le prove, trarne un significato per formarci un’opinione. Viviamo nella simulazione e solo grazie alla simulazione possiamo non cascare nelle trappole che essa ci tende. Per fortuna c’è chi, come alcuni professionisti che se ne occupano, fa il debunking delle notizie per poterle contrassegnare come false, controverse, verificate. Poi sta a noi fidarci.
Il debunking è il prezioso lavoro di chi, soprattutto nel giornalismo, si occupa di verificare le notizie e si serve di tecniche e strumenti avanzati per valutare l’autenticità di una notizia, di un articolo, di un video per consentire, ai suoi colleghi, di lavorarci e poi pubblicarli.
Anche per chi più semplicemente naviga in Rete è possibile usare alcuni strumenti di debunking come quelli raccolti qui di seguito:
- i tool forniti e raccolti da Google nel suo portale;
- quelli raccolti su Verification Handbook, il più grande aggregatore di risorse online di questo tipo;
- Tineye, Fotoforensics e la funzione di reverse image search di Google che consentono di risalire alla data di pubblicazione di una foto e quindi comprendere se riguarda davvero ciò per cui è indicata;
- Geo Search Tool che consente di verificare la data e il luogo di pubblicazione di un video su YouTube;
- Copyscape può aiutare a reperire pagine web dove è stato pubblicato un testo così da scovare siti che, legittimamente o meno, se ne sono avvalsi;
- gli operatori di Google (site:, intitle:, inurl, inurl:, related:), ottimi strumenti per rendere più raffinata e precisa una ricerca;
- Wolfram Alpha che ha la potente capacità di restituire informazioni puntuali.
Buon Debunking e soprattutto, buona lettura critica delle notizie online a tutti!