L’importanza della rete nella promozione territoriale
Ho sempre sostenuto che da soli si va veloci ma insieme si va più lontani. Questo pensiero popolare ben si applica al blog di oggi. Se voglio fare promozione territoriale costruire una rete di operatori è fondamentale, basilare. Un autoveicolo necessita del carburante per fare chilometri. Nella promozione territoriale per poter andare lontano bisogna costruire una rete. L’importanza di questo concetto sta nella promozione stessa. Un territorio è composto da tante peculiarità: i prodotti del territorio, le persone che ci abitano, usi e consuetudini del territorio stesso, operatori economici, etnie differenti. Quando voi fate uno studio sulle tipicità botaniche, iniziate ad usare un sistema di classificazione che si chiama chiave dicotomica.
“La chiave dicotomica o chiave dicotomica di identificazione è uno strumento che ci permette di identificare elementi, se strutturati in una tassonomia, in primo luogo gli organismi viventi. Tecnicamente rappresenta un semplice algoritmo binario, in informatica paragonabile in qualche modo ad un algoritmo di ricerca, come appunto la ricerca dicotomica, in una struttura dati (la tassonomia), e la conseguente categorizzazione dell’elemento ricercato.” (Cit. Wikipedia)
Perché si sua la chiave dicotomica? Perché un habitat è composto da differenti specifiche, come il territorio sociale di una zona della quale si vuole fare promozione. Non si può pensare un territorio senza le sue tipicità e come ben sapete, ogni angolo del nostro Monferrato ne ha. Un esempio? Le colline dell’Alto Monferrato hanno una produzione agricola intensiva di vino. Questo perché le colline sono più alte quindi hanno una esposizione migliore al sole. Mentre le colline del Basso Monferrato hanno un paesaggio agricolo variegato. Insieme alle coltivazioni di vite ci sono anche tipicità miste di grano, frumento, girasoli, erba medica, animali da allevamento ecc… Questo non vuol dire che in Alto Monferrato non ci siano, ma il territorio è più vocato ad una produzione differente. Siamo sempre in Monferrato ma in due realtà completamente differenti.
Carducci definì il Monferrato “La Toscana senza i cipressi”. Quindi se mi rifaccio ai paesaggi toscani, l’Alto Monferrato assomiglia di più ad un Chianti toscano mentre il Basso Monferrato alle crete senesi. Come faccio a presentare questi duplici aspetti se non creo una rete? All’interno della rete ognuno dei componenti dovrà apportare il proprio contributo affinché ci sia un’integrità di specie. Ho vissuto per otto anni in Francia dove mi sono recato per studiare le tematiche di promozione territoriale ed economiche che ci sono in quella nazione. Inutile creare modelli nuovi se ci sono strutture esistenti che lavorano e producono reddito.
Studiamole per applicarle anche al nostro territorio. Un esempio (mi baso molto sugli esempi per far capire ai miei lettori i miei concetti): in Francia ci sono dei produttori di Champagne autonomi, che non dipendono dalle grandi marche e si chiamano “Récoltant manipulant”. Viticoltore che produce e commercializza Champagne con la propria etichetta, a partire da uve provenienti esclusivamente dai suoi vigneti ed elaborate nelle sue cantine. Apparsi relativamente di recente sulla scena, sono oggi i preferiti dalla critica moderna e alternativa nonché dai lettori di Intravino. In Champagne, contrariamente a quanto si pensa, la maggior parte degli ettari appartiene proprio ai coltivatori che però solo in poche occasioni hanno la forza economica e commerciale di vinificare e imbottigliare in proprio. Quando lo fanno, si tratta quasi sempre di piccoli capolavori o, almeno, di sincere espressioni del territorio di origine delle uve e della mano di chi le vinifica. Questi produttori commercializzano i propri vini con le proprie etichette ma con un logo che li identifica in maniera univoca, indipendentemente dalla loro produzione. Mi è capitato di comperare dei loro prodotti e in un cartone misto di varie etichette, il cartone riportava lo stesso logo, la stessa immagine.
Ora vi racconto cosa successe in Italia: siamo nel 2015 in Italia c’è l’Expo. Un mio conoscente di buona volontà vuole far conoscere il Timorasso al mondo intero. Consorzia una serie di produttori e organizza una spedizione a Milano. Ovviamente i produttori non sono nello stesso luogo ma sparsi sui colli tortonesi. Solo uno di loro è vicino ad un centro logistico. Il trasportatore che deve effettuare il trasporto comunica a questo mio conoscente che se tutti i produttori avessero fatto trovare il loro prodotto dal viticultore più vicino al centro logistico, avrebbero speso meno di trasporto. Avvistai i singoli produttori di questa ragionata scelta operativa, la riposta che ha ricevuto è stata la seguente: “Ma devo portare il mio vino alla concorrenza?” Badate bene che la concorrenza faceva parte del consorzio di promozione. Questo semplice episodio dovrebbe farvi ragionare sull’importanza di mettere da parte i campanilismi dell’epoca preistorica perché solo insieme riusciremo a sviluppare un discorso di territorio e non da soli in autonomia. Il singolo eccelle all’interno di un gruppo forte e non in solitudine. Capisco che sia un concetto astruso, per alcuni di voi che adesso leggeranno il mio blog, ma non credete che da soli si vada lontano. I tristi fatti della storia attuale lo stanno dimostrando. Una nazione ha invaso il vicino, pensando che le singole identità nazionali dell’Europa si sarebbero frammentate e la nazione belligerante avrebbe potuto vincere facile.
La risposta che è stata data, coesa ed univoca, compatta ha dimostrato che solo nell’unione si ottengono i risultati. Di queste cose se ne possono scrivere migliaia ma siamo noi operatori che dobbiamo capire che se faremo sempre quello che abbiamo sempre fatto, otterremo sempre i soliti risultati. Quindi quando ci sono persone di buona volontà che vogliono cambiare il vostro punto di vista, quanto meno ascoltatelo e valutate, tenendo presente che il visionario che vuole farvi vedere qualcosa di diverso non è un nemico ma uno che lavora con voi, insieme a voi, per raggiungere un risultato insieme. L’integrazione è il core business di Monfreedom. Quindi non ci resta che iniziare, noi siamo già pronti con mille idee da discutere insieme a voi per portare flussi turistici in Monferrato. Non fate gli errori di sempre, ma ascoltate le nostre opportunità. Insieme potremo andare veramente lontano.