«Don Alfredo Ferrari e quel sogno di tutti noi in terra d’Africa»
Il prete missionario nelle parole dell'associazione Ascolta l'Africa di Novi Ligure e di don Livio Vercesi
Riceviamo e pubblichiamo dall’associazione Ascolta l’Africa e da don Livio Vercesi il ricordo di don Angelo Ferrari, scomparso ieri a 92 anni.
All’inizio – perché questa è una storia lunga e molto bella – c’è una terra che il Cielo ha prediletto in molti modi: Oliva Gessi. Tra gli ultimi paesi delle colline dell’Oltrepò casteggiano, gemma di prima grandezza nella storia della diocesi di Tortona: qui è nato San Luigi Versiglia: 5 giugno 1873. Entrato nella Congregazione salesiana, partì missionario per la Cina a Litouzui dove subì il martirio il 25 febbraio 1930. Fu dichiarato Martire nel 1976, beato nel 1983, santo nel 2000 (nel calendario liturgico lo si ricorda il 25 febbraio).
In questa linea si colloca la storia di don Alfredo Ferrari, sacerdote diocesano nato a Oliva Gessi il 27 novembre 1929, ordinato sacerdote il 4 luglio 1954. La premessa serve per inquadrare personaggio e storia. Storia che oggi, 31 del mese di maggio dell’anno 2022, si conclude raggiungendo la meta per la quale ha tanto sognato, lavorato, creduto e pregato.
Nel 1972, realizzando un sogno condiviso con monsignor Libero Meriggi allora direttore del Centro Missionario Diocesano, parte per il Burundi dentro a un progetto, chiamato “Fidei Donum”, che prevedeva un “dono” di preti alle diocesi missionarie del terzo mondo. A richiederlo un arcivescovo, amico di Tortona, monsignor Andrea Makarakiza, che lo ebbe poi sempre molto caro (era vescovo di Tortona monsignor Giovanni Canestri, poi cardinale e arcivescovo di Genova).
Monsignor Makarakiza affidò a don Ferrari non una parrocchia ma… un territorio, una succursale con circa trentamila cristiani. Come chiesa un capannone aperto e come canonica tre sembianze di stanze costruite con mattoni crudi. Da sottolineare e tenere ben presente almeno in questo primo profilo alcune cose che si potranno vedere in seguito: non era un religioso specializzato nel settore ma aveva nel cuore la missionarietà come eredità di famiglia.
Non è mai stato solo: dietro di lui una diocesi intera condivise e seguì il suo sogno. Qui don Alfredo espresse tutte le sue capacità e le sue fantasie fino a lasciare, molto ben sostenuto dalla nostra diocesi, testimonianze grandiose della sua azione. Scelse come inizio la scuola e costruì decine di aule scolastiche portando a scuola (scuola di alfabetizzazione: in tutto il senso della parola, senza dimenticare le nozioni elementari dell’igiene, dell’alimentazione e così via) parecchie migliaia di bambini. Curò la liturgia in una chiesa totalmente inadeguata fino a sognare una chiesa nuova che potesse contenere i cristiani. Chiesa che realizzò e che tuttora è la chiesa di Murayi. Il sogno è diventato storia che continua. Lui esce dalla storia per entrare nella memoria di una diocesi.
Tuzobonana padiri Alfredi, turi kumque!
Associazione Ascolta l’Africa
Don Livio Vercesi