Piscina, corsa contro il tempo per la riapertura
L'obiettivo rimane il mese di maggio. Ma a sostegno di Servizi Sportivi ci sono solo le risorse comunali
Tante le ipotesi che circondano l'impianto chiuso dall'alluvione dello scorso ottobre
OVADA – E’ una partita doppia quella che si sta giocando in questi giorni attorno alla piscina del Geirino. Da un lato c’è il tentativo di Servizi Sportivi di rimettere in funzione l’impianto fortemente compromesso dall’alluvione dello scorso 4 ottobre. Dall’altro c’è la necessità di mitigare le conseguenze della crisi economico – finanziaria abbattutasi sulla cooperativa in considerazione della carenza di liquidità legata al prolungato stop degli ultimi otto mesi. Nell’immediato la prospettiva è quella di una riapertura in versione estiva nei primi giorni di giugno. Ma lo scenario è ben più complesso e incerto.
Piscina, corsa contro il tempo per la riapertura
L'obiettivo rimane il mese di maggio. Ma a sostegno di Servizi Sportivi ci sono solo le risorse comunali
Mutui da pagare, pendenze accumulatesi tra il 2020 e l’ultima fase dopo la ristrutturazione complessiva del debito affrontata tra il 2017 e il 2018. Un piano redatto con attenzione che è diventato carta straccia con l’ingresso in emergenza sanitaria e ancora più nell’ultimo periodo. «Siamo andati a rilento perché non avevamo le risorse per la progettazione, con la prima tranche di contributo comunale abbiamo fatto un passo avanti. Coi progetti in mano, potremo ottenere 200 mila euro dall’assicurazione», chiarisce Mirco Bottero, presidente della cooperativa che ha costruito a sue spese la piscina. Ossigeno in vista dell’altro aspetto più complicato: la progettazione dell’intervento per poter aprire in inverno. L’altro nodo da sciogliere: con quali risorse? Di questo si è parlato in un incontro alla presenza dei vertici di Servizi Sportivi, del sindaco e della minoranza. Quest’ultima, per bocca di Pier Sandro Cassulo (Ovada viva) ha lanciato una proposta.
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«L’attuale convenzione – spiega – prevede la cessione anticipata al Comune. In questo caso potrebbe essere avviati i lavori utilizzando parte dell’avanzo di bilancio (900 mila euro, ndr) per il 2021». «La proposta – commenta il sindaco di Ovada, Paolo Lantero – è legittima. Serve però una valutazione più ampia. Seguendo questa strada si ridurrebbero gli spazi per il contributo comunale ai gestori. Peraltro non sarebbe automatico il riaffidamento a Servizi Sportivi». Nel frattempo sembrano svanite in una bolla di sapone le prospettive di una nuova sottoscrizione popolare come quella che portò alla costruzione dell’impianto. Un benestare alla proposta di Cassulo arriva dallo stesso Bottero. «Ci sembra – commenta – una prospettiva percorribile. Servirebbe soprattutto a porre l’accento sul fatto che la piscina è un bene della nostra comunità e come tale va trattata». Quale che sia la decisione finale, è necessario fare presto. Le pendenze finanziarie non attendono e rischiano di essere un fardello troppo pesante da sostenere.
Inutile dire quanto in città ci sia attesa di poter utilizzare nuovamente la piscina. Nei mesi scorsi molti gli utenti che si sono sobbarcati trasferte pesanti a Novi, Acqui e Visone per poter continuare le loro attività. In particolare i ragazzi e i bambini del settore agonistico allestito con “Ovada Nuoto”. Ma i problemi da risolvere sono tanti. Tra questi c’è l’aspetto del vecchio vincolo che grava sull’area nella quale dovrebbe sorgere il nuovo locale tecnico destinato a sostituire quello compromesso. Aspetti che passano in secondo piano nell’immaginario collettivo ma che costituiscono condizioni necessarie e non sufficienti a garantire la riapertura.
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