Plogging, come acquistare online in modo sostenibile
Qualche settimana fa, nel Gruppo “Sei di Valenza se”, un gruppo di volontari raccontava la propria giornata ben spesa a raccogliere rifiuti nelle dolci alture che contornano la città. Forse non ne erano consapevoli, ma i miei meritevoli concittadini si sono esercitati nel “Plogging“, una pratica di origine svedese che consiste nel raccogliere i rifiuti che si trovano per strada mentre si fa jogging o, più semplicemente, si fa una passeggiata.
Anche nella nostra vita digitale, ed in particolare quando acquistiamo online, molte sono le scelte che possono essere improntate ad un atteggiamento più sostenibile per l’ambiente: non farsi consegnare il prodotto a domicilio, ma presso un punto di ritiro fisico, ricorrere a forme di spedizione “senza fretta”, porre un limite ai resi e scegliere il venditore anche in ragione delle politiche che adotta.
Secondo una recente ricerca, il Sustainability Report di RetailX, il 37% dei consumatori intervistati si dichiara più consapevole degli effetti dell’e-commerce sull’ambiente e il 43% degli acquirenti afferma di tenere in considerazione le opzioni disponibili per ridurre l’impatto prodotto dalle consegne, con un dato ancor più elevato (il 60%) nella fascia di età 18-25. Se, da un lato, gli acquisti d’impulso stanno accrescendo coloro che ricorrono in modo eccessivo al reso (i cosiddetti “serial returners”) e vengono sospesi da Zalando e da Amazon, questa maggiore sensibilità da parte della maggioranza dei consumatori, può produrre una competizione al rialzo da parte dei venditori e migliorare il mondo dell’e-commerce. Forse il mondo, tout court.
Secondo l’ultima edizione della ricerca che, ormai da molti anni, il Politecnico di Milano produce per tastare il polso al commercio elettronico italiano, 33 milioni di italiani hanno fatto almeno un acquisto online negli ultimi tre mesi con una media di 1,3 acquisti per persona. L’e-commerce è dunque diventata un’abitudine per la maggior parte dei concittadini e per questo è necessario che sia improntata anche ad aspetti di carattere valoriale, come il rispetto per l’ambiente.
I fattori che influenzano la sostenibilità ambientale di un acquisto online sono molteplici:
- gli imballaggi e la gestione dei resi;
- le consegne a domicilio;
- la supply chain.
La plastica monouso è in primo luogo ancora molto usata nelle consegne degli acquisti online: la parcellizzazione degli ordini e la molteplicità di soggetti che la catena del valore include fanno credere che il suo impiego aumenterà del 15% all’anno da qui al 2027. Per questo aziende come Velasca stanno sperimentando, grazie ad una innovativa modalità di etichettatura, imballaggi riutilizzabili e si sono impegnati ad ottimizzare la dimensione delle confezioni e ridurre il dispiego del materiale. Al contempo, l’imballaggio “apertura facile” di Amazon che elimina le fascette di plastica usate per contenere i pacchi vuole rappresentare un fattore rilevante di cambiamento del settore.
Secondo Fabio Iraldo, docente all’Istituto di Management della Scuola Sant’Anna di Pisa, in termini ambientali, comprare online conviene quando il cliente per recarsi in un negozio fisico deve percorrere una distanza superiore ai 15 km: nei restanti casi, la comodità dell’acquisto da casa ha un impatto negativo per i costi determinati dagli imballaggi necessari e dalla consegna a domicilio, tanto più se quest’ultima è resa ancora più inefficiente da un servizio di consegna veloce che rende più complessa l’ottimizzazione dei costi di trasporto.
La sostenibilità dipende infine dai fornitori scelti e dai tassi passaggi dai quali è costituita la movimentazione delle merci, dalla produzione alla distribuzione e da quest’ultima all’ultimo miglio. Per questo alcuni e-commerce come Asos e Zalando stanno introducendo forme di tracciamento per comunicare al consumatore la provenienza del prodotto e valorizzare gli acquisti di prossimità.
La valutazione del sito da cui comprare, il ritiro in negozio o presso punti fisici, insieme alla scelta delle formule “senza fretta”, sono pertanto opportunità interessanti ed evidenziano come la sostenibilità del commercio elettronico dipenda anche dagli atteggiamenti individuali e dalla consapevolezza dei processi coinvolti da parte di tutti noi.