Barosio (Udc): «Le mie sono proposte serie. Se delusi, credete in me»
Il candidato sindaco Alessio Barosio: "Gli unici con un programma fondato sui numeri"
ACQUI TERME – Sceso in campo a sorpresa, è considerato l’outsider delle ‘Comunali ’ acquesi. Alessio Barosio, candidato sindaco dell’Udc, finora si è dimostrato deciso a “vendere cara la pelle” nella corsa a Palazzo Levi.
Barosio, dovrà confrontarsi con avversari che ad Acqui negli ultimi 30 anni hanno avuto un peso notevole. Per quali motivi ha deciso di sfidarli?
La rabbia per il declino economico e l’amore per la mia città mi hanno spinto a mettermi in gioco. Voglio porre la mia esperienza al servizio degli acquesi. In troppi me lo hanno chiesto per dire no, e lo faccio senza “permessi speciali” per fare campagna. Tra i miei concittadini noto la volontà di votare il 12 giugno con l’obiettivo di tornare a vivere il piacere e l’orgoglio di chi abita in una capitale del benessere. Acqui non è la serie C, e Alba la serie A, anzi! La città ha i fondamentali, lo stile e la storia per dare un reddito e una vita migliore alle famiglie acquesi, e tutti i requisiti per richiamare nuovi investitori nella città turistica termale più importante del nord ovest. Per questo ho scelto un capolista testimonial dell’innovazione . La città merita una mentalità “contemporanea ”, per cestinare un passato di politica fallimentare e politici improbabili che hanno azzerato la credibilità nelle istituzioni.
Come mai ha deciso di presentarsi come alternativa agli altri esponenti di centrodestra e non come loro alleato?
Il centrodestra acquese ha dimostrato di non essere politicamente autonomo, ma troppo litigioso e succube di logiche dell’altro secolo. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, di cui sono stato anche iscritto, non si sono aperti alla città ma si sono chiusi in faide. Non hanno mai coinvolto l’Udc, presentando una scelta divisiva che ha lacerato soprattutto la Lega. L’assessore regionale acquese ha rinunciato a candidarsi nella propria città, e ciò dispiace, perché la sua esperienza sarebbe stata utile. Forse, però, ha sentito profumo di tracollo. Mi pongo come l’unica alternativa credibile a questo centrodestra, in cui non mi riconosco. Ad Acqui c’è un problema di classe dirigente politica grosso come una casa. Nessuno dei nostri candidati mira allo stipendio in Comune.
In campagna elettorale sì è esposto con programmi precisi ma anche “audaci ”: Secondo alcuni, progetti difficilmente realizzabili. Cosa risponde?
Per professione e cultura sono pragmatico, prima studio numeri e poi mi esprimo, e se non so, chiedo. La prima delibera della Giunta Barosio è già pronta e renderà operativo il programma “Acqui, Capitale del Benessere Monferrato”. Occorre agire subito! Ogni giorno fallisce un negozio, un acquese perde il lavoro, un ammalato finisce a Casale, un giovane lascia la città. Nessuna proposta è utopistica. La creazione di una comunità energetica delle rinnovabili è normata dalla Direttiva Europea Red Il (2018/2001/UE), introdotta con il Decreto Mille proroghe. Per questi progetti sono a disposizioni 2,2 miliardi del Pnrr. Per quanto riguarda le reti ferroviarie basti dire che sulla Acqui-Genova verranno investiti 87 milioni entro il 2026 per mettere in sicurezza ed ammodernare la tratta. Per tutto il resto c’è la possibilità di emettere minibond a livello di Regione Piemonte e Finpiemonte. Le Terme di Acqui spa non riaprono se la città non si ristruttura. Sottolineo che siamo gli unici con un programma fondato sui numeri, non sulle fantasie.
Sulle Terme lei imputa le colpe maggiori al Comune e alla Regione. Non crede, però, che anche Pater abbia delle responsabilità?
Pater è un imprenditore privato a cui la Regione, presieduta dal Pd, ha svenduto le Terme senza i vincoli di un Piano Industriale. I sindaci che si sono succeduti non hanno fatto, lo dicono i risultati, quello che serviva fare: tutelare l’interesse economico degli acquesi. E da parte loro non ho visto nessun “mea culpa”, cosa che sarebbe stata perlomeno segno di serietà politica. Per questo la piscina estiva è chiusa, la Bollente è stata svenduta e i lavoratori lasciati allo sbando con una stagione turistico-termale di 6 mesi. Dobbiamo ricostruire un’economia moderna che tenga aperta la città 12 mesi l’anno, così i contratti di lavoro non dovranno essere stagionali. Pater si è detto curioso di conoscere le intenzioni della nuova Giunta, dichiarandosi disposto a investire in un ecosistema favorevole, lo stesso previsto dal nostro programma. Con noi non avrebbe più scuse.
Per gli elettori indecisi: perché dovrebbero votarla?
Se gli acquesi lo vorranno, sarò un sindaco costruttivo. Acqui sarà una “città-capitale” sostenibile, a zero barriere architettoniche. Le persone fragili saranno tutelate, non abbandonate a combattere con un call center. Il turista tornerà al centro della vita sociale ed economica della città. Con il nostro percorso “studio–bottega” i giovani potranno professionalizzarsi e trovare l’interesse a rimanere. Agli acquesi arrabbiati e delusi dico che metterò il mio onore al loro servizio, perché la mia proposta è seria e credibile.