Terme: terminato nuovo incontro in Regione. Il Grand Hotel non riaprirà
"Le proposte presentate consentono la riapertura immediata degli stabilimenti curativi". Giovedì confronto decisivo
ACQUI TERME – Si è conclusa nel primo pomeriggio di oggi la seconda consultazione tra la Regione, i rappresentanti sindacali di FilCams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs e la dirigenza delle terme di Acqui.
Durante l’incontro ai rappresentanti dell’azienda – la dottoressa Anna Catani e l’avvocato Francesco Simoneschi, assente Alessandro Pater, proprietario degli stabilimenti – sono state ribadite e ridefinite in alcuni dettagli le proposte presentate dalla Regione: un investimento economico da parte dell’ente per entrare nel capitale aziendale con l’impegno di adottare le misure necessarie per favorire le prestazioni sanitarie delle terme curative, promuovere pacchetti turistici a sostegno del settore termale e affiancare l’azienda per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
«Tutte misure che secondo noi darebbero ampiamente la possibilità a Terme di Acqui spa di poter riaprire gli stabilimenti termali nel giro di pochi mesi – spiega Stefano Isgrò, segretario provinciale di FilCams Cgil – e mantenere la continuità dell’attività quantomeno per un periodo ponte di almeno un anno e mezzo». La proposta dei sindacati, quindi, è quella di avviare immediatamente le attività (entro agosto e fino al mese di novembre) con l’apertura di ammortizzatori sociali ad hoc per arrivare alla fine del 2023.
Ciò che è certo, a ogni modo, è che il Grand Hotel Nuove Terme non riaprirà più. Per gli 11 dipendenti della struttura i tre sindacati di settore chiedono l’utilizzo della cassa integrazione straordinaria accompagnata da un periodo di formazione per il reimpiego in altro tipo di mansioni che possano essere utili alla produttività dell’azienda. «Tra queste, perché no, anche un possibile riassorbimento all’interno del personale della piscina monumentale, che non può restare chiusa un altro anno». Al momento sono 22 i dipendenti sui quali pende ancora la procedura di licenziamento – tre, infatti, hanno dato le proprie dimissioni – la cui data di scadenza è prevista per il 29 maggio.
«Crediamo che a questo punto – aggiunge Isgrò – alla proprietà siano state messe sul piatto tutte le condizioni per riavviare l’attività e mantenere a libro paga tutti i 22 lavoratori per il prossimo anno e mezzo. Se ci sono margini per un’apertura da parte di Pater? Lo spiraglio c’è perché la sostenibilità della proposta è più che evidente. Ora Pater deve solo farci sapere quale sia la sua volontà». Alle 14 di giovedì 26 è previsto un nuovo incontro, durante il quale la proprietà delle terme comunicherà le proprie intenzioni, a questo punto in maniera definitiva.