Il santo di oggi, 22 maggio, è Santa Giulia
La Chiesa oggi, 22 maggio, celebra anche Santa Rita da Cascia
Santa Giulia – Martire
E’ molto venerata in Italia nonostante le notizie storiche sulla sua vita siano molto scarse. E’ patrona di Brescia, Bergamo e Livorno). Secondo la tradizione agiografica è una nobile donna cartaginese catturata e poi venduta come schiava a un mercante di nome Eusebio che la conduce in Siria.
Mentre è in viaggio con il suo padrone la nave naufraga e giunge in Corsica. Tutti i naufraghi offrono sacrifici agli dei ma l’unica a non onorare gli dei pagani è Giulia. Il governatore del posto, si invaghisce di lei e la vuole conquistare ma Eusebio rifiuta di cederla. Durante una festa Felice approfittando dell’ubriachezza di Eusebio propone a Giulia la libertà dalla schiavitù in cambio di sacrifici agli dèi pagani; ma ancora una volta lei rifiuta e viene flagellata, le vengono strappati i capelli e infine viene inchiodata in croce come Cristo. Nell’VIII secolo le sue reliquie vengono portate a Brescia.
Santa Rita da Cascia
La Santa dei casi impossibili, venerata e amata da innumerevoli fedeli in ogni parte del mondo.
Nasce con il nome di Margherita Lotti, da Antonio Lotti e Amata Ferri nel 1381 a Roccaporena, frazione a soli 5 km da Cascia. Il segno divino della sua gloria, arriva già in tenera età, con il famoso miracolo delle api: un’antica tradizione narra infatti che mentre dormiva in culla volarono dalla sua bocca cinque api, simbolo di elezione divina.
La piccola Rita, viene al mondo in un clima di serenità e impara fin da subito ad amare Dio nel suo prossimo, grazie ai suoi genitori pii e misericordiosi.
All’età di sedici anni, Rita sposa Paolo di Ferdinando Mancini, un uomo dal carattere aspro ma che l’amore e la vicinanza di Rita aiutano a vivere un’esistenza più cristiana. Dall’unione nascono due figli, forse gemelli, Giangiacomo e Paolo Maria.
Dopo diciotto anni di matrimonio Rita resta vedova: Paolo viene ucciso in un’imboscata lungo il fiume Corno. Da quel drammatico giorno la santa visse con il timore della perdita anche dei figli. Nel suo cuore e nelle sue preghiere, Rita perdona gli assassini di suo marito. Ma poco tempo dopo una grave malattia si porta via i due ragazzi. Sola e chiusa nella sofferenza, Rita si rifugia nella preghiera, tanto da maturare con forza il desiderio di diventare sposa di Cristo.
Così a 36 anni, privata dei suoi affetti più cari, Rita si rivolse alle Suore Agostiniane del monastero di S. Maria Maddalena di Cascia per essere accolta fra loro. Fu respinta per tre volte. L’ingresso avvenne, poi, misteriosamente nel 1407. Negli anni di clausura, la santa raccoglie anche gli insegnamenti preziosi degli amati genitori e continua la loro missione, adoperandosi come paciera.
Rita si avvicina alla fine della sua vita provata da una grave malattia che la costringe a letto nella sua cella per lunghi periodi.
Nella notte tra il 21 e il 22 maggio del 1447, Rita sale al cielo e la tradizione racconta che, mosse da mani invisibili, le campane iniziarono a suonare, chiamando la cittadinanza, che subito accorse a onorare Rita, per il popolo già Santa.
Fu proprio il continuo pellegrinaggio al corpo di Rita, che portò a non seppellirlo ma a riporlo in una cassa, la prima detta “cassa umile” costruita da Mastro Cicco, malato alle mani, il quale giunto a Cascia proprio per vedere il corpo di Rita, disse di aver tanto voluto costruire lui stesso la cassa, cosa che fece dopo un’inspiegabile guarigione. Questo è solo uno dei primi tra gli innumerevoli miracoli attribuiti alla Santa.
Divenuta Beata nel 1627, è invece dal 1737 che gli agostiniani spingono per la canonizzazione, che avverrà dopo un lungo e travagliato processo.
Il 24 maggio del 1900 Papa Leone XIII proclama la suora di Cascia, Santa Rita.