Bosio: “Mi candido perché Acqui è una città che non mi piace più”
L'ex sindaco torna alla ribalta con una candidatura (quasi) a sorpresa
ACQUI TERME – Adesso è ufficiale: Bernardino Bosio è il sesto candidato sindaco di Acqui Terme. Per la poltrona da primo cittadino di Palazzo Levi, se la vedrà con l’uscente Lorenzo Lucchini (ex M5S, supportato adesso da liste civiche), Franca Roso (centrodestra), Bruno Barosio (centrosinistra), Danilo Rapetti (civico) e Alessio Barosio (Udc).
Bosio, la sua discesa in campo è l’ennesima sorpresa di questa tornata elettorale acquese. Quando ha preso questa decisione?
Ho sciolto le riserve domenica sera, come avevo preannunciato: ho trovato infatti ben venti amici pronti a sostenermi, quando la lista che dovrò presentare in mio appoggio ha ‘soltanto’ sedici posti. Alcuni di loro, dunque, rimarranno anche fuori, ma aver constatato una così grande e motivata coesione sui punti che avevo posto ha fatto cadere le ultime riserve.
Come si chiamerà la lista e quali sono i vostri obiettivi?
Il nome più semplice è Lista Bosio. Tutto è nato all’inizio della scorsa settimana, quando tornando a casa da Alessandria – dove il sindaco Cuttica di Revigliasco sta facendo un grande lavoro, se pensiamo ad esempio ai progetti sul nuovo ospedale e sulla Smart City, in collaborazione con il presidente del Gruppo Amag, Paolo Arrobbio, con cui mi vanto di collaborare: un gruppo che non guarda più solo al capoluogo, ma all’intera provincia – ho riflettuto sul fatto che Acqui Terme non mi piace più. È una realtà per cui mi sono impegnato per anni, facendo pure il ‘sindaco d’assalto’ come dicono a volte alcuni miei detrattori… Ma quanto è cambiata, e in peggio, dalla fine degli anni Novanta a oggi?
Ce lo dica lei…
Basta girare per vie e piazze per vedere che non c’è nemmeno più una viola del pensiero, quando noi a fine gennaio iniziavamo a piantarle… Eppure alcune mie opere resistono ancora: la Pisterna quando iniziammo ad amministrare era un disastro e lo stesso hotel Nuove Terme aveva aperto un piano solo. La proprietà era dello Stato e riuscimmo ad arrivare a un percentuale del 45% a carico del Comune, con il 55% alla Regione: un ’intesa che permise un profondo lavoro di recupero della struttura, che al di là dei problemi attuali resta un signor albergo.
La sua candidatura spaccherà ulteriormente il centrodestra, che sembrava destinato a vincere in carrozza…
Io domani, l’11 maggio, compirò 69 anni: mica posso pensare a queste cose. Guardando i miei avversari nella corsa elettorale, mi limito a constatare ciò che hanno fatto. A Bistagno, con Voglino il paese è cresciuto e si è sviluppato, mentre con Borasio così non è stato; Rapetti, invece, è stato distratto per tanto tempo dai suoi impegni e gli contesto una scelta in particolare: da sindaco, obbligai l’allora governatore Ghigo a investire sull’ospedale di Acqui Terme facendo due nuove sale operatorie, che nel 2002 erano all’avanguardia. Lui, forse per andar dietro alle richieste del dottor Pasino, non proseguì su quella strada, lasciando spazio al nosocomio di Novi Ligure e perdendo di fatto la Chirurgia. Sono scelte, per carità, però non mi sembra siano state funzionali alla crescita della nostra città. Però Danilo è stato preso in giro pure dalla sezione locale della Lega.
Dice ciò perché il centrodestra ha proposto il nome di Franca Roso, esponente di Forza Italia?
Mi è stato domandato qualcosa sulla coalizione e mi sono limitato a rispondere a quale centrodestra si facesse riferimento, se a quello coordinato elettoralmente dalla signora Anna Leprato o a quello che, litigando fino al giorno prima, ha fatto sì che ci fosse la prima divisione con l’abbandono di chi è stato preso per i fondelli, facendogli credere che lo avrebbero sostenuto. Franca Roso è una brava ragazza, io voglio bene a tutti i candidati che hanno avanzato la propria candidatura, ma perché lei come altri che girano da anni intorno alla politica, alla città non hanno mai portato nulla?
Cosa farà se fosse eletto?
Nei primi cento giorni punterei su pulizia e decoro. Ad alcune realtà che erano disponibili a sostenere la mia campagna, ho chiesto di impegnare quei fondi per opere da realizzare ad Acqui. E così faranno. E poi direi ad Econet di cambiare mentalità, perché collaborando con Amag Ambiente ho potuto notare la grande differenza esistente. E non mi riferisco ai dipendenti, ma essendo quella società ‘Novi – centrica’ è evidente che noi si sia poco considerati.
Chi guiderà la sua lista?
Una persona di cui mi fido e che, per lavoro, ha tenuto i rapporti con la famiglia Pater: mia moglie Marinella Maria Cane. Non si tratta di nepotismo, ma di capacità. Le Terme saranno il mio primo obiettivo: con la proprietà ho collaborato per anni, li conosco e sono certo che pure loro abbiano tutto l’interesse a far funzionare la struttura. E a investire sulla città