Toni Capuozzo a Casale: «Oggi l’unico a parlare di pace è il Papa»
Ieri sera la presentazione dell'ultimo volume del giornalista al Teatro Municipale
CASALE – «La brutale sostanza è che la guerra è una follia, atroce e infantile allo stesso tempo. Oggi l’unico a parlare di pace è il Papa». Parole del giornalista Toni Capuozzo ieri sera al teatro Municipale di Casale, invitato in un appuntamento speciale della rassegna Quarta di Copertina a presentare il suo libro Giorni di guerra – Russia e Ucraina, il mondo a pezzi.
Significativa la partecipazione di pubblico, con almeno 300 spettatori interessati di una serata in cui, almeno nella prima fase, il conflitto ucraino è rimasto sullo sfondo della proiezione del videoreportage ‘1992-2022 – Ritorno all’Inferno‘ in cui il giornalista racconta le zone della guerra nei Balcani, in particolare Sarajevo, visitate a 30 anni di distanza.
Nella chiacchierata che ne è seguita con la giornalista Marina Maffei, i parallelismi sono stati continui. «Questa in Ucraina ha qualcosa della guerra civile, è tra ucraini e ucraini ma anche tra russi e ucraini ovviamente e soprattutto tra Russia e Usa».
«Le guerre dove i contendenti parlano la stessa lingua sono le peggiori» ha incalzato il relatore continuando nelle similitudini con la guerra che squassò i Balcani. Capuozzo ha espresso una posizione fortemente critica sull’invio delle armi da parte dell’Italia agli ucraini e, pur ribadendo di non essere definibile ‘putiniano’ ha affermato come, in tutti i conflitti, sia da considerarsi ingenua la dicotomia buoni-cattivi: «Stiamo seppellendo l’idea di Europa, dove sono finite le manifestazioni di pace che venivano organizzate contro le missioni di pace, a guerra finita, in Iraq, ora nessuno vuole la pace? L’Italia ha perso il suo ruolo di potenziale mediatore, che le appartiene per tradizione e storia, inviando armi è parte in causa. L’Europa? È molto chiacchiere e distintivo. Oggi si stanno seminando degli odi che dureranno due o tre generazioni».