Il Santo di oggi, 10 maggio, è San Giobbe
La Chiesa oggi, 10 maggio, celebra anche San Cataldo di Rachau
I santo di oggi, 10 maggio, sono San Giobbe e San Cataldo di Rachau
San Giobbe
Giobbe è un personaggio dell’Antico Testamento vissuto circa 1.500 anni prima di Cristo. Nasce e vive per tutta la vita in una regione tra l’Idumea e l’Arabia settentrionale chiamata Hus.
E’ molto ricco, possiede moltissimi schiavi e animali. Ha dieci figli tra i quali regna una grande armonia. Grazie alle sue ricchezze può permettersi di sfamare gli orfani e i bisognosi e così Satana, invidioso di lui, lo mette alla prova con incredibili sofferenze. Al culmine della sua ricchezza e felicità viene colpito da una serie di calamità che in breve tempo lo privano di tutti i suoi averi e degli amati figli: nonostante ciò continua a lodare il Signore perché ritiene che ogni disgrazia gli sia capitata per suo volere. Satana allora, vedendo che Giobbe non esprime rabbia nei confronti di Dio, lo colpisce con la lebbra che trasforma il suo corpo in maniera ripugnante. Nonostante ciò, Giobbe continua a benedire il nome del Signore e a ringraziarlo perché nello stesso modo in cui aveva dato, aveva tolto. Così come in passato aveva accettato il bene e adesso accettava il male.
Il Signore, per ricompensare Giobbe della durissima prova a cui era stato sottoposto, gli rende il doppio di tutto quello che possedeva, tra cui altri dieci figli, e gli concede di vivere ancora centoquarant’anni. La storia di Giobbe, esempio di eroica pazienza, insegna agli uomini che non bisogna pretendere di capire i disegni di Dio anche quando ci appaiono incomprensibili.
San Cataldo di Rachau
San Cataldo di Rachau, noto anche come San Cataldo di Tarento, è stato un vescovo irlandese del VII secolo che, secondo la tradizione, ha compiuto il pellegrinaggio a Gerusalemme.
Durante il suo ritorno in patria, una tempesta lo avrebbe portato sulle coste della Sicilia, a Tarento, dove poi divenne vescovo.
È venerato come il santo patrono di Taranto e di altri comuni siciliani. La sua festa liturgica si celebra il 10 maggio.
La leggenda racconta che, dopo la sua morte, ci furono dispute su dove avrebbe dovuto riposare il suo corpo. I tarantini riuscirono a ottenere le sue reliquie e le trasportarono in città, dove avvennero molti miracoli. Uno dei più celebri riguarda la fine di una pestilenza a seguito delle sue preghiere.
San Cataldo è spesso rappresentato con la mitra episcopale e il pastorale, simboli del suo ruolo di vescovo, e talvolta con una nave, riferimento al suo arrivo in Sicilia. La sua venerazione è molto sentita anche a Rachau, in Irlanda, dove è considerato uno dei dodici apostoli d’Irlanda.