Il Santo di oggi, 9 maggio, è Sant’Isaia
La Chiesa, oggi 9 maggio, celebra anche San Pacomio
I Santi di oggi, 9 maggio, sono è Sant’Isaia e San Pacomio
Profeta e martire. Il suo nome significa ‘il Signore slava’. E’ figlio di Amoz e viene considerato dai Padri della Chiesa, insieme a Elia, uno dei profeti più grandi della Bibbia.
Nel 740, nel tempio di Gerusalemme, riceve la vocazione profetica grazie a una visione. Incita a vivere nella fede, profetizzando che solo chi rimane fedele al Signore sopravviverà. Minaccia un severo castigo, che il Signore utilizza non per distruggere, ma per purificare e per convertire. E’ molto duro contro coloro che non solo si ostinano nel peccato, ma arrivano anche a giustificarlo.
La morte
Viene condannato a morte dal re Manasse che, empio e crudele, ha abbracciato l’idolatria. Isaia lo incita al pentimento dei peccati e al ritorno dal culto del vero e unico Dio; il re lo fa segare con un arnese di legno per prolungare la sua sofferenza
San Pacomio
Nato a Sne, nell’Alto Egitto, nel 287 da genitori pagani, intorno ai vent’anni fu reclutato forzatamente nell’armata imperiale e a Tebe incontrò per la prima volta dei cristiani che, verso sera, erano venuti a portare dei viveri ai soldati chiusi nella caserma. Commosso da questo gesto di bontà, Pacomio chiese loro chi fossero e quelli risposero che erano degli uomini che «portavano il nome di Cristo e facevano del bene a tutti». Allora egli pregò il loro Dio promettendo di servire la sua volontà per tutti i giorni della propria vita e di amare tutti gli uomini.
Congedato, dopo essere stato catechizzato nel villaggio cristiano di Seneset, ricevette il battesimo, dedicandosi poi al servizio della gente del luogo. Successivamente decise di farsi monaco associandosi ad un vecchio anacoreta di nome Palamone. Vi rimase circa sette anni e un giorno sentì una voce dal cielo che gli diceva: «Pacomio, installati qui e costruisci una casa perché una folla di uomini verrà qui per unirsi a te e fare questa vita».
Infatti, dopo qualche tempo fu raggiunto dal fratello Giovanni e da numerosi contadini copti che egli educò alla vita comune, realizzando con loro una comunità a immagine di quella dei primi cristiani di Gerusalemme, come un vero e proprio villaggio, nelle cui case i confratelli erano suddivisi a seconda del lavoro che svolgevano.
La formula ebbe successo e il santo dovette organizzare, uno dopo l’altro, ben otto monasteri: non a caso egli è considerato il fondatore della vita cenobitica in Egitto. Molti vescovi, tra cui il grande Atanasio patriarca di Alessandria, dimostrarono stima e interesse per le comunità di Pacomio.
Morì il 9 maggio del 347 durante un’epidemia di peste che mieté vittime anche tra i suoi confratelli. Al ritorno dalla montagna dove era stato sepolto, i fratelli dicevano: «Oggi siamo veramente diventati orfani».