Alessandria, seduto sul cupolone del carcere: la protesta di un detenuto
Il fatto alla casa circondariale "Cantiello e Gaeta"
ALESSANDRIA – ORE 21,59 – Dopo molte ore di dialogo con il personale della casa circondariale, il detenuto avrebbe interloquito con il magistrato di sorveglianza e con alcuni carcerati. Sarebbero stati questi ultimi confronti a convincere l’uomo a rientrare all’interno della struttura. Al momento le informazioni sono frammentarie: servirà altro tempo per ricostruire con certezza l’andamento dei fatti.
ORE 21,18 – Il detenuto è sceso. Sarebbe stato convinto da un altro carcerato, suo amico. Dopo otto lunghe ore di protesta, ora l’uomo è rientrato all’interno della struttura.
ORE 21,01 – In questo momento sono sopraggiunti i vigili del fuoco che si stanno preparando per illuminare la cupola.
ORE 21 – La situazione è invariata. Il detenuto che ha dato vita alla protesta è ancora sulla sommità della cupola del carcere. L’uomo, che dopo il caldo del pomeriggio dovrà affrontare le basse temperature della sera, sembra essere determinato a portare avanti la sua protesta anche al buio.
ORE 19,28 – Dopo alcune ore di silenzio, i carcerati sono tornati a rumoreggiare dall’interno del carcere in solidarietà all’uomo che si è arrampicato in cima al cupolone del carcere.
ORE 18,58 – Potrebbe esserci una novità sul perché del gesto del detenuto. L’uomo, infatti, avrebbe spiegato che alla base della sua protesta ci sarebbe il riconoscimento del figlio, nato da poco, e il suo affidamento. La situazione famigliare sarebbe particolarmente complicata. Inamovibile, continua a chiedere di poter dialogare con un giornalista.
ORE 18,33 – La protesta prosegue. Il detenuto continua a rimanere fermo in cima al cupolone. Attorno al cupolone si è creato un certo via-vai di curiosi. Quali siano le strategie per far desistere l’uomo, ancora non sono note. Tutti i tentativi fatti fino ad ora non sono risultati efficaci.
ORE 17,35 – La situazione pare essere in costante stallo. Il mediatore dialoga con il detenuto – talvolta in italiano, altre in arabo – e fa la spola tra la base della cupola e l’interno del carcere.
ORE 17,04 – Al “Cantiello e Gaeta” è arrivato anche il consigliere comunale di Alessandria, Piero Castellano, presidente della commissione politiche sociali. “Pochi agenti e strutture obsolete”, questo in sintesi il suo commento a pochi giorni dal sopralluogo effettuato con gli altri consiglieri.
ORE 16,58 – Al carcere potrebbe arrivare il garante, come richiesto dal detenuto, non si sa ancora se da Torino o da Alessandria. In città fu nominata Alice Bonivardo. Al momento non sarebbero state prese altre decisioni di intervento. L’allarme è scattato circa quattro ore fa.
ORE 16,28 – Non è la prima volta che accade un fatto simile. Nel gennaio del 2013, infatti, un altro detenuto salì in cima alla struttura per attirare l’attenzione su di sé. All’epoca fu il capo della polizia giudiziaria dei vigili del fuoco, Roberto Pascoli, a gestire l’emergenza e a convincere l’uomo a scendere dopo averlo fatto parlare con il giornalista Franco Capone.
ORE 16,04 – Il mediatore (con la camicia chiara) è salito in cima alla struttura, ai piedi della cupola e sta dialogando con il detenuto. Con lui anche la direttrice del carcere.
ORE 15,55 – La temperatura in cima alla cupola deve essere molto alta. L’uomo – che in un primo momento si era coperto il capo con una maglietta, rimanendo così a torso nudo – l’ha nuovamente indossata. Si sta coprendo la testa co oggetti di fortuna. La situazione generale è invariata. Gli agenti della polizia penitenziaria rimangono in attesa di nuovi sviluppi. All’interno della struttura è entrata una persona della quale non si conosce la qualifica. Non è escluso che sia stato chiamato per mediare la trattativa.
ORE 15,23 – Situazione immutata, la richiesta del detenuto che si è appollaiato in cima alla cupola del “Cantiello e Gaeta” rimane quella di poter dialogare apertamente con dei giornalisti e con il garante dei detenuti. resta ignoto il motivo specifico: “Ho tanti problemi, voi non ne sapete nulla”, ha detto alle guardie penitenziarie che sono a pochi metri da lui.
ORE 15,05 – Il detenuto, di origine marocchina, sta protestando per un motivo ancora sconosciuto, ma la sua decisione è sostenuta dagli alti carcerati che si sono fatti sentire rumorosamente. L’uomo non cede agli inviti della polizia penitenziaria e continua a ripetere che non scenderà dalla cupola. Nell’ultima mezz’ora, gesticolando, ha più volte dialogato con gli operatori che stazionano alla base della cupola.
ORE 14,47 – L’uomo ha incominciato un dialogo con le guardie carcerarie che si trovano alla base della cupola. “Voglio parlare con i giornalisti o non scendo più”. Al carcere sono arrivati anche i vigili del fuoco.
ORE 14,31 – L’uomo è seduto in cima alla cupola della struttura carceraria. A torso nudo, con una maglietta bianca sul capo, chiede di poter parlare con dei giornalisti e sta attuando una forma di protesta della quale, al momento, non si conoscono ancora i particolari. Dall’interno del carcere si sentono provenire urla di dissenso e molti detenuti stanno colpendo le sbarre con gli oggetti di cui dispongono.
ORE 14,20 – Un uomo seduto in cima alla cupola della casa circondariale “Cantiello e Gaeta”: è quanto immortala un’immagine che ci è stata fornita da un lettore e che racconterebbe parte di una protesta nata all’interno della struttura di detenzione.
FOTOSERVIZIO di Cecilia Ammazzalorso