«Medicina termale, la vera forza è il chimismo»
Il reportage commissionato dall'associazione Act Consumatori
ACQUI TERME – Il tema delle terme è ovviamente d’attualità: per fare il punto della situazione e dare un contributo tangibile al dibattito in fieri, l’associazione Act Consumatori di Acqui Terme ha commissionato un reportage sull’argomento interrogando, in primis, l’ente vertice del settore: la Fondazione per la ricerca scientifica termale di Roma. «La medicina termale ha avuto il suo picco trent’anni fa con le cure di ‘massa’- spiega il dottor Claudio Carpineti, segretario della Forst – Molti però ne hanno approfittato, considerando le cure termali pagate dalla Sanità pubblica ‘seconde ferie’ gratuite. Chiusi i ‘rubinetti’ il settore è andato in crisi nonostante l’indiscussa validità terapeutica».
Per i dettagli medico-scientifici l’associazione si è rivolta a Marco Vitale, professore ordinario alla Facoltà di Medicina dell’Università di Parma. «Gli ambiti curativi sono molti e specifici in relazione ai diversi tipi di acqua – spiega – Il mezzo termale è classificato secondo la composizione chimico-fisica, pressoché unica. Il chimismo prevalente dei sali sciolti nelle acque e derivati si lega alle azioni biologiche terapeutiche e agli ambiti delle patologie: reumatologiche, muscolo scheletriche, otorinolaringoiatriche (anche pediatriche) e delle basse vie respiratorie, gastroenteriche, renale (prevenzione calcolosi urinaria) e dermatologiche». Sono cure alternative a quelle farmacologiche? «La medicina termale non è una medicina alternativa – precisa il professore – Direi complementare, o meglio, ‘sequenziale ’, perché ha poche controindicazioni che si possono manifestare solo nelle fasi acute di una malattia».
Il termalismo sanitario è dunque al centro di interessi internazionali. Non a caso, dal 22 al 24 giugno Salsomaggiore Terme ospiterà il 43° congresso mondiale dell’Ismh (International Society Medical Hydrology), un’organizzazione scientifica che diffonde e condivide la ricerca scientifica sulla Medicina termale. E se la salvezza delle Terme di Acqui, attesa l’altissima qualità terapeutica delle acque sulfureo salsobromoiodica, passasse dagli stabilimenti sanitari esistenti e attualmente in stand-by? La vicenda a questo punto non sarebbe più una ‘questione privata’, ma d’interesse collettivo e, essendo la Sanità competenza regionale, del Governo piemontese.