Cit, per l'ingresso di Trotta Bus serve l'ok del tribunale
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Il tribunale ha ammesso l'azienda di trasporto pubblico di Novi Ligure alla procedura. Si allontana l'ipotesi del fallimento
NOVI LIGURE — Il tribunale di Alessandria ha ammesso il Cit alla procedura di concordato preventivo. L’ipotesi del fallimento per l’azienda di trasporto pubblico di Novi Ligure dunque si allontana. E ora la Trotta Bus potrà finalmente entrare nella società con una quota di maggioranza pari a poco meno dell’85 per cento, così come stabilito dal bando di vendita che i Comuni soci del Cit hanno emesso ad agosto dello scorso anno.
«Esprimiamo viva soddisfazione nell’accogliere la notizia di questo passo importante per il completo risanamento della società attraverso l’ingresso del socio privato Trotta Bus. Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato alla riuscita di una procedura non certo semplice», ha detto il sindaco Gian Paolo Cabella.
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Con l’ingresso di Trotta Bus, il Cit diventerà una società a capitale misto pubblico-privato. «L’azienda romana potrà portare il proprio know how nella società novese – dice l’amministratore unico del Cit Silvio Mazzarello – I primi passaggi saranno la sostituzione dei mezzi obsoleti e la ripresa dei servizi di noleggio, che prima della crisi è stato uno dei fiori all’occhiello della nostra ditta».
Trotta Bus, tra l’altro, ha acquisito anche l’ovadese Saamo e questo comporterà la creazione nel basso alessandrino di un polo per il trasporto pubblico locale con maggiori possibilità e con migliori economie di scala.
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L’ammissione al concordato però è solo uno dei passaggi per ottenere la salvezza del Cit. La società dovrà continuare a lavorare per saldare i debiti e sarà tenuta d’occhio dal tribunale fallimentare tramite il commissario della procedura, il commercialista torinese Leonardo Marta. Il 15 settembre si terrà l’udienza per l’omologazione del concordato.
«Molti in questi mesi hanno sperato nel fallimento del Cit per utilizzarlo come vittoria politica – afferma il segretario della Lega Giacomo Perocchio – Oltre alla grande soddisfazione per il raggiungimento del risultato, in primis per i dipendenti e per le fasce più deboli di popolazione che utilizzano il trasporto pubblico locale, voglio anche ricordare che, se la società fosse stata liquidata (come caldeggiata da alcune parti politiche) i cittadini di Novi Ligure avrebbero dovuto pagare circa 3 milioni di euro [per ripianare i debiti e saldare il mutuo del Movicentro; ndr]».
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