Rugby, il novese Cantore "coach of the day" al torneo di Sanremo
La formazione Under 13 dell'associazione sportiva di Novi Ligure ha ottenuto il quinto posto nella classifica finale
Lo staff tecnico della squadra di Novi Ligure ha tenuto corsi al liceo sportivo e alle scuole di Serravalle Scrivia e Stazzano
NOVI LIGURE — Il rugby entra a scuola: lo staff tecnico del Rugby Novi da anni collabora con diversi istituti scolastici della zona, per avvicinare i ragazzi a questa disciplina sportiva e far capire che ci si può divertire anche con una palla diversa da quella tonda.
Si è da poco concluso il ciclo di incontri presso il liceo Amaldi a indirizzo sportivo, che indirizza i giovani all’approfondimento delle scienze motorie e di più discipline sportive. Qui gli studenti studiano le interazioni tra le diverse forme del sapere, l’attività motoria e sportiva e la cultura propria dello sport. Il direttore tecnico dei biancoverdi, Alessandro Vernetti, ha da poco terminato un corso per la quinta classe del liceo, strutturata su nove lezioni da due ore ciascuna, con una prova teorica e una pratica alla conclusione.
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La formazione Under 13 dell'associazione sportiva di Novi Ligure ha ottenuto il quinto posto nella classifica finale
Se l’intento di questa iniziativa è decisamente formativo per eventuali tecnici dello sport, quello messo in atto presso l’istituto comprensivo della valle Scrivia ha scopi più promozionali, alla ricerca di nuovi appassionati giocatori in erba. Rispondendo alla chiamata della scuola, Vernetti e il presidente del team Michael Pierse hanno organizzato un ciclo di incontri, iniziato a fine marzo e in calendario fino alla chiusura dell’anno scolastico. Gli incontri sono programmati in dodici lezioni in classe e in palestra e riguardano una settantina di ragazzi delle terze medie (quattro classi, di cui tre alla Martiri di Serravalle Scrivia e una alla Ver di Stazzano).
«Grazie alla professoressa Dameri, che ci ha coinvolti nel progetto, stiamo spiegando ai ragazzi quelli che sono i valori e le regole del rugby, ma soprattutto il divertimento che nasce dal gioco in campo», dice Pierse. «Noi abbiamo tesserati a partire dall’età di cinque anni, a tutti loro insegniamo che prima di tutto viene il divertimento, lo stare assieme, lo spirito di squadra nel rispetto dell’avversario. Poi, certo, c’è anche la prestazione competitiva, ma è secondaria. Non a caso, le nostre Feste del Rugby, i mini tornei che disputiamo quasi tutte le settimane, si concludono senza una classifica ma con tutti gli atleti che mangiano insieme nel “terzo tempo”. È uno spirito che solo il rugby sa coltivare fin da piccoli».
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