Frode all’assicurazione del mutuo: altra condanna per i Vincenti
Il processo si è concluso stamane. I legali non presenteranno appello: l'ipotesi del concordato
ALESSANDRIA – Si è concluso questa mattina il terzo processo che vedeva imputati i coniugi Vincenti: erano accusati di frode nei confronti dell’assicurazione del mutuo aperto quando acquistarono la cascina di Quargnento (fatta esplodere il 5 novembre 2019). Il giudice ha accolto la richiesta dell’accusa e ha condannato Giovanni Vincenti e Antonella Patrucco rispettivamente a un anno e tre mesi.
I difensori non presenteranno appello. I Vincenti avevano infatti chiesto alla Corte d’Appello di Torino un concordato per un accordo complessivo di 27 anni di carcere, in modo da raggruppare tutti i reati per cui sono stati giudicati colpevoli.
Avevano anche rinunciato al ricorso per Cassazione (che si era tenuto a fine marzo).
Il concordato andrebbe a racchiudere l’omicidio volontario dei tre Vigili del fuoco (Marco Triches, Matteo Gastaldo e Antonino Candido) morti nell’esplosione, le lesioni, la truffa all’assicurazione, il crollo della magione di Quargnento e, appunto, la frode all’assicurazione stipulata ai tempi del mutuo e (per il solo Vincenti) la calunnia.
La notte dell’esplosione
La coppia era stata condannata per aver fatto esplodere la cascina di Quargnento, di aver provocato la morte (con dolo) di tre vigili del fuoco, il ferimento di altri due pompieri (il caposquadra Giuliano Dodero e Graziano Luca Trombetta) e il carabiniere Roberto Borlengo, di aver truffato l’assicurazione con il chiaro intento di recuperare il denaro dopo la distruzione della casa.
Il processo di questa mattina si era aperto per l’ipotesi di frode all’assicurazione (Italiana Assicurazioni) stipulata il 12 febbraio 2015 per il mutuo con cui è stata acquistata la cascina. Più semplicemente, se si commettono atti per impedire il pagamento del mutuo si commette reato.