Serata-evento in via Garibaldi: Lucchini replica alle polemiche
"Preso in giro da chi ha organizzato: a me hanno chiesto altre cose. Al 'far west' non ci sto"
ACQUI TERME – Scoppia la polemica per la serata organizzata in occasione dell’inaugurazione della stagione lavorativa e d’intrattenimento del locale ‘Giorni Divini’ gestito da un noto imprenditore acquese. Un evento a cui hanno partecipato anche i dj dello Zoo di 105, Paolo Noise e Pippo Palmieri.
La serata in via Garibaldi
Poco dopo le 23 in piazza Garibaldi, dove ha sede il locale, sono intervenute le forze dell’ordine per chiedere agli organizzatori di interrompere la musica. Un episodio che ha scatenato le reazioni da parte di quei cittadini probabilmente presenti all’open party che hanno accusato l’amministrazione comunale di «voler rovinare gli imprenditori locali» e di contribuire, con questi atteggiamenti eccessivamente rigorosi, a rendere Acqui una città dormitorio senza prospettive. «Dopo due anni di chiusure certi comportamenti sono inaccettabili. È una vergogna», recita uno tra i vari commenti pubblicati su Facebook dagli acquesi che si sono schierati al fianco degli organizzatori della serata.
“Accordi non rispettati”
Non si è fatta attendere questa mattina la reazione del sindaco Lorenzo Lucchini: «Giorni Divini per inaugurare il suo locale – scrive Lucchini sul proprio profilo Facebook – ha chiesto un permesso in deroga per fare musica dopo le 20. Un regolamento regionale dice che in primavera non è consentito fare musica dopo la fine del pomeriggio; con la gestione, data l’eccezionalità dell’evento, abbiamo concordato una deroga fino alle 23. Nessuno ha protestato: tutti felici, tutti d’accordo. Agli uffici è arrivata una richiesta che oltre all’orario concordava di poter installare una pedana da 2m x 1m x 50cm e io l’ho concessa.
Ieri è arrivata in via Garibaldi una postazione che occupava quasi per intero la via, dotata di casse da oltre 2m d’altezza e un service luci con torri faro di dimensioni tali da necessitare di una autorizzazione della commissione tecnica provinciale».
Il sindaco stesso, nel pomeriggio, si è recato sul posto, «chiamato dalle forze dell’ordine, che conoscevano un iter autorizzativo ben diverso, e mi ritrovo un impianto di cui nessuno mi ha parlato, con una pedana di dimensioni doppie rispetto a quelle previste, con Enea (l’organizzatore della serata, ndr) che per di più ha preso a “sfancularmi” perché ha speso 10mila euro e perché io “voglio rovinare la città”. Cavoli, a me è stata chiesta tutta un’altra cosa».
«Per cercare di risolvere la questione – continua il sindaco – partiamo a considerare la pedana: il titolare, Bonelli, mi chiede se basti ridurne la superficie o addirittura toglierla, e va bene; passiamo al comportamento di Enea, che in mezzo alla strada prende a gridarmi addosso qualsiasi cosa, preso da uno dei suoi raptus; meritava risposte a tono, ma lasciamo perdere. Alla fine, per chiuderla li e non danneggiare nessuno, chiedo solo di rispettare un limite acustico adeguato ad un centro abitato, che si rispetti lo stop alla musica all’esterno per l’ora che è stata concordemente autorizzata, e mi prendo la briga di autorizzare comunque l’evento, nonostante tutto».
“Tutti dobbiamo rispettare le regole”
Il sindaco non ci sta, e dice la sua sulle reazioni che la presa di posizione del Comune ha scatenato: «Da ieri sera, inevitabilmente fioccano proteste, lamentele, polemiche (siamo alle solite…), manco se avessi spaccato il mondo.
Ad Acqui dobbiamo quotidianamente rispettare le stesse regole. Tutti. Vi domando una cosa: io dovrei concedere tutto ciò che chiede un “imprenditore” che prende in giro me, funzionari e forze dell’ordine con richieste farlocche pretendendo, non autorizzato, di fare, invece di un’inaugurazione alla vigilia di Pasqua, una notte bianca? Questo sarebbe lo sviluppo della città?
Mi spiace, ma per me quello è il far west. Se accettassi un comportamento del genere, aprirei la città a chiunque chiede un dito e si prende un braccio, mancherei di rispetto a una maggioranza di persone che ama altra musica e a tutti coloro che rispettano le regole. In tempo di Covid ho concesso tutto quello che ho potuto, nel rispetto degli operatori e degli esercenti, spesso discutendo con la parte di città che pretende il rispetto di quelle regole a cui siamo assoggettati e con le quali abbiamo scelto di convivere. Non è poi solo un discorso legato al disturbo della quiete pubblica. Vi assicuro che di questi tempi, se un impianto come quello, non regolarmente autorizzato, per qualsiasi motivo arriva a causare danni a cose e persone, alla fine il conto arriva a me: è già successo per molto meno. Per chiudere – conclude Lucchini – mi dicono che un esponente politico locale è arrivato a razzo per strumentalizzare politicamente la cosa, dal momento che tra qualche settimana si va al voto. Poco importa, ma cerchiamo di capirci: voglio segnalare a quest’uomo che al suo fianco corre un genio che abita a quattro passi dal Moiso, e che sta facendo guerra all’asilo perché l’animazione pomeridiana gli guasta la pennichella. Prendiamo in mano la cosa pubblica per cercare di fare l’interesse di tutti e assumendocene oneri, onori, fischi e pernacchie, ci sta. Ma si vuole davvero anche in questo caso adottare la tattica dei “due pesi e due misure”?».