«Benedicta, oggi più che mai la memoria diventa un dovere»
La commemorazione dell'eccidio nazifascista contrassegnata dai parallelismi con i crimini perpetrati in Ucraina
A Serravalle Scrivia l'atto unico di Gianni Repetto con le musiche di Paolo Murchio, Giuseppe Repetto e Niccolò Tambussa
SERRAVALLE SCRIVIA — In occasione del 77esimo anniversario della Liberazione, a Serravalle Scrivia verrà messo in scena lo spettacolo “Siamo i ribelli – La Resistenza viene da lontano”, un atto unico di Gianni Repetto con le musiche di Paolo Murchio, Giuseppe Repetto e Niccolò Tambussa. L’appuntamento è sabato 23 aprile alle 21.00, in biblioteca (ingresso libero).
Dice la consigliera alla cultura Daniela Zino, promotrice dell’evento: «Vorrei parlare di Resistenza, tenerne viva la memoria, spingere a ricordare l’impegno, la convinzione, il sacrificio, il desiderio di libertà di tutti, donne e uomini, che hanno fatto la Resistenza. Quelle persone e quei valori cui la mia famiglia ha sempre portato grande rispetto». Il percorso alternerà momenti di monologo, di canzoni d’epoca e di lotta e di dialogo tra l’attore protagonista e i musicisti.
«Benedicta, oggi più che mai la memoria diventa un dovere»
La commemorazione dell'eccidio nazifascista contrassegnata dai parallelismi con i crimini perpetrati in Ucraina
Il racconto della Liberazione – come recita il titolo dello spettacolo – parte da lontano, dal primo dopoguerra, quando si consuma la sconfitta del movimento socialista e, con la connivenza delle classi dirigenti tradizionali e della monarchia, si afferma il fascismo. Qualcuno prova a resistere con le armi, come gli Arditi del popolo a Parma nell’agosto del 1922, ma è uno dei pochi casi isolati. L’ottobre dello stesso anno c’è la marcia su Roma, Mussolini viene nominato capo del governo e, dopo le elezioni del 1924, inizia la dittatura del ventennio fascista che porterà alla catastrofe della seconda guerra mondiale.
Il conflitto, con i suoi ripetuti insuccessi, mette in crisi l’immagine da “uomo del destino” di Mussolini. Cade il fascismo, la monarchia affida il governo a Badoglio. L’8 settembre del 1943 il re e il capo del governo, dopo essere fuggiti a Brindisi, comunicano via radio di aver firmato un armistizio con gli Alleati. L’esercito è allo sbando e i tedeschi occupano il Paese. Le prime bande di partigiani salgono in montagna: saranno venti mesi di guerriglia e di rappresaglie feroci (ad esempio, la Benedicta), in attesa che le truppe alleate risalgano la penisola. Finalmente, nell’aprile 1945 inizia l’insurrezione finale…
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