Le micro imprese vittime della crisi: «Troppo fragili»
La stragrande maggioranza delle attività ha meno di 9 impiegati. Un tessuto ?tradizionale? incapace di innovarsi e di attrarre idee e qualità
Alessandria, una provincia di micro imprese con storia e competenza, ma anche fragilità nei momenti di crisi. Proprio le attività con meno di 9 addetti hanno subito di più, chiudendo o tagliando personale. La fotografia è di Giovanni Facco (de il Comunicatore Italiano). Le imprese in provincia di Alessandria erano 31.753 nel 2012. Nel 2019 erano 28.778, una perdita di 2.975 unità (-9%), con valori diversi sono stati coinvolti un po’ tutti i settori produttivi.
La struttura dimensionale delle imprese: il 95% si colloca nella classe 0-9 addetti (imprese 27.340), il 4,3% in quella 10-49 (imprese 1.241), lo 0,6% nella classe 50-249 (imprese 167), lo 0,1% nella fascia oltre 250 (imprese 30).
Le imprese cessate riguardano prevalentemente le micro-imprese (0-9).
I settori che perdono
La manifattura (91% micro imprese) perde 528 attività (passando da 3.664 a 3.136 , -16,8 %), le costruzioni perdono 996 imprese (da 4.797 a 3.801, -14%), il commercio perde 1.260 imprese (da 8.406 a 7.146 unità, -15%), il trasporto vede scomparire 123 ditte (-14%). Le attività immobiliari perdono 127 imprese (passando da 1.776 a 1.649 unità ), noleggio e agenzie di viaggio: -37 imprese, quelle professionali e tecniche perdono 212 unità (da 4.201 a 3.989, -5%).
Punti deboli
«Le dimensioni molto piccole delle imprese hanno difficoltà ad innovare ed accedere al credito, ad attrarre risorse di qualità e ad esportare», oltre che a sopportare maggiormente i periodi di difficoltà strutturale.
Gli occupati della provincia nel 2012 erano 118.700, nel 2019 erano 109.821 una perdita di circa -9mila posti di lavoro (-8%), il 46,6% lavorano presso le micro imprese. Il 19,8% presso quelle piccole mentre il 15,5% nelle medie imprese. Il 18% nelle trenta grandi aziende. Su 9mila posti di lavoro persi, 7.500 (l’83%) riguardano lavoratori occupati in imprese tra 0 e 49 lavoratori.
Innovazione?
Facco: «Le qualifiche professionali, negli anni, sono invariate il che conferma che nessuna innovazione importante è intervenuta nella struttura produttiva se non a Torino dove la presenza di operai è scesa sotto il 50%. Ad Alessandria la componente operaia è molto alta mentre la componente impiegatizia e quadri è tra le più basse».