Quando sei a Roma, fai come i Romani
“Quando sei a Roma, fai come i Romani” è un’espressione medievale attribuita a Sant’Ambrogio che, adottata nel tempo al di fuori del suo contesto ecclesiale, iniziò a significare, soprattutto in lingua inglese, che occorre adeguarsi al mondo in cui si opera, conoscendo gli avversari e servendosi di consuetudini all’altezza della situazione.
Vivere al meglio Internet non significa necessariamente adottare termini come “petaloso” o “droppare”, che spesso durano lo spazio di un mattino, ma accettare il fatto che generazioni diverse possono avere comportamenti differenti come, del resto, è sempre accaduto. Possono persino forse riconoscersi anche in valori diversi per conoscere i quali predisporsi all’ascolto aiuta a capire e, se possibile, ad essere come adulti d’aiuto.
Un po’ come un tempo ci si trovava in piazzetta e si poteva decidere di giocare al pallone, ma anche solo di limitarsi a chiacchierare, piattaforme come Roblox, Minecraft o Fortnite, non sono solo videogiochi, ma ambienti digitali che per i più giovani rappresentano luoghi per incontrarsi e confrontarsi. Tutti questi siti, che per noi adulti sono di gioco, ma che in realtà per i più giovani sono semplicemente dei social network, danno la possibilità di personalizzare il proprio personaggio arricchendolo di vestiti e accessori così da denotare il proprio carattere e distinguerlo da chi si è appena iscritto. Possono cambiare i tempi e i linguaggi, ma la dimensione della “compagnia” e del riconoscimento dei pari è sempre la leva che conquista i teenager. Forse accanto al proverbiale “Come è andata oggi a scuola” dovremmo dunque ormai chiedere “Come è andata oggi su Roblox?” ed attendere, con vero interesse, la risposta.
Roblox è una piattaforma che rende disponibili al momento 18 milioni di giochi, anche grazie al contributo di sviluppatori indipendenti. Considerando che solo il 14% dei quasi 33 milioni di utenti ha più di 25 anni, è però anche una piazza, non solo una sala giochi: la permanenza media giornaliera di 2,6 ore fa infatti pensare che sia un ambiente di incontro e conversazione oltre che di partecipazione ai videogiochi disponibili.
Come Roblox, Fornite e Minecraft sono oggi le piattaforme preferite dai più giovani insieme a Twitch e TikTok, che competono fieramente con YouTube e Meta per conquistarsi gamers e creatori di contenuti e tutte insegnano che, per avere successo, debbono da un lato offrire funzionalità di supporto agli sviluppatori dei contenuti, ma dall’altro organizzare una user experience in cui siano premiati i videogiochi e i video di miglior qualità, accrescendo nel tempo l’attenzione verso i fenomeni di cyberbullismo e di sfide pericolose che le piattaforme rivolte ai più giovani sempre nascondono.
Come tutti gli ambienti della cosiddetta “creator economy”, anche Roblox pone poi sicuramente seri problemi legati al lavoro ed alla decentralizzazione della produzione, resi ancor più insidiosi dall’uso delle valute virtuali per remunerare l’economia che vi si è sviluppata. Per un adulto dunque dimostrare curiosità verso questi mondi è un’occasione non solo per scoprirli, ma anche per capire come vengono usati dai più giovani così da individuare possibili criticità che li riguardano.