Nasce il brand Derthona Libarna, trenta Comuni per il territorio
Presentato a Volpedo il portale che racconta la "terra delle meraviglie"
Tramandò a Roberto Grattone la ricetta del formaggio conosciuto anche da Leonardo, salvando un patrimonio storico
BORGHETTO BORBERA — La chiamavano “la signora del Montébore” perché è grazie a lei che è stato recuperato un vero tesoro gastronomico del nostro territorio, la ricetta originale di quel formaggio che secondo la leggenda era conosciuto già da Leonardo e di cui era rimasta l’ultima custode. Parliamo di Carolina Semino Bracco, scomparsa ieri all’età di 90 anni.
Carolina era nata a Garbagna, in val Grue. A vent’anni si era sposata con Angelo Bracco e si era trasferita in val Curone, in territorio di Dernice, sullo spartiacque con la val Borbera. Montébore, il minuscolo centro abitato che dà il nome al formaggio celebrato persino dal New York Times, è lì a un passo.
Un sapere antico quello di Carolina, trasmesso generazione dopo generazione, che lei a sua volta aveva tramandato a Roberto Grattone, che negli anni Novanta con la moglie Agata Marchesotti aveva fondato la cooperativa Vallenostra, con l’obiettivo di salvare “saperi e sapori” della val Borbera.
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Tra questi anche il Montébore, formaggio la cui produzione si era arrestata dopo la Seconda guerra mondiale, quando le valli appenniniche si spopolarono e le tradizioni contadine rischiarono l’abbandono. Dopo varie ricerche e l’aiuto della condotta Slow Food del Gavi, nel 1997 Grattone riuscì a recuperare la ricetta originale da Carolina Semino. Lei, “la signora del Montébore”, gli tramandò non solo una ricetta, ma una storia e una manualità che stavano scomparendo.
Il formaggio venne letteralmente salvato dall’estinzione: nel 1999 Vallenostra si presentò al Cheese di Bra, la manifestazione biennale di Slow Food sul mondo del formaggio, con solo 7 forme di Montébore e tutto il mondo caseario parlò del “miracolo del formaggio resuscitato”, che da allora è diventato un Presidio Slow Food.
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza Carolina Semino, che ricordava come la forma del Montébore – tre formaggette una sopra l’altra – richiamasse quella del castello che sorgeva un tempo in paese (oggi è un rudere), oppure quella di una torta nuziale. Come vuole la leggenda, secondo cui nel 1489 a Tortona il Montébore venne servito da Leonardo da Vinci, cerimoniere di corte, in occasione delle banchetto nuziale di Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Sforza, nipote di Ludovico il Moro.
Per la sua opera di recupero dell’antica tradizione culinaria, Carolina Semino aveva ricevuto nel 2014 il premio Appennino e nel 2018 il riconoscimento di Personaggio dell’anno da parte del Rotary Club Gavi-Libarna, allora presieduto da Maria Grazia Pacquola, che oggi ricorda commossa «la sua memoria, il suo lavoro, la sua gentilezza, la sua riservatezza… Tesori che ha lasciato nel cuore di tanti che hanno avuto il privilegio di conoscerla».
I funerali di Carolina Semino Bracco si svolgeranno domani, sabato 9 aprile alle 9.30, nella chiesa di Molo (Borghetto Borbera). Il rosario sarà recitato questa sera alle 20.30. Lascia i figli Isa, Giancarlo ed Emiliano.
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