Provincia ‘lenta’: «Crescita tra le più basse del Piemonte. Tonfo per colpa del Covid»
Il primo punto di un corposo dossier di Giovanni Facco riguarda Pil e Valore Aggiunto. Alessandria, a livello regionale, fa…
Giovanni Facco (Il Comunicatore Italiano) ricorda che scuola e lavoro sono collegati: «Pochi dottori, e così il gap con l’Europa è in continuo aumento». Perché è importante tenere conto di scolarizzazione e tasso di vecchiaia
Crescono i laureati, ma ancora troppo poco. Giovanni Facco, de Il Comunicatore Italiano, ha analizzato i dati sulla scolarizzazione territoriale, fotografando le difficoltà e le differenze, soprattutto con gli Europei. Scuola e lavoro ed economia sono collegati, ma spesso ce ne dimentichiamo.
La popolazione regionale con età superiore ai 15 anni nel 2020 è di circa 3,7 mln e nel periodo 2008-2020 il Piemonte ha migliorato il suo posizionamento in termini di scolarità: i diplomati (1,091 mln) sono passati dal 26% al 29% (+3 punti ), mentre i laureati (550mila) sono passati dal 10% al 14,6% (+4,4 %). I vicini? La Liguria supera sia il Piemonte sia la Lombardia come tasso di scolarizzazione secondaria e terziaria; Lombardia e Piemonte hanno una incidenza di diplomati del 29%, mentre la Liguria ha il 34,1%; sui laureati la Lombardia e Liguria si attestano sul 16,5% e il Piemonte rimane al 14,6%.
«Analizzando il periodo 2008-2020 le cose cambiano, non tanto sui diplomati (le tre Regioni crescono tra +11/16 %) quanto sui laureati: il Piemonte ha una crescita del 43,6%; la Lombardia del 51,8%; mentre la Liguria si ferma al +23%. Ma è nel confronto con l’Europa che emerge la nostra fragilità – continua Facco – in Italia il 20,1% tra 25-64 anni è ‘dottore’ contro il 32,8% nell’Ue».
È importante vedere anche le lauree Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), circa +8% ma si è allargata la distanza che ci separa dalla media EU (14 punti nel 2020, peggiorata rispetto ai 12,7 punti del 2010). «Inoltre la partecipazione degli adulti alla formazione professionale è inferiore alla media europea. La fotografia della popolazione piemontese ‘giovane’ evidenzia ancora una significativa presenza di ragazzi con bassa scolarizzazione (quasi il 22%). Quasi metà degli stranieri tra i 25 e i 34 anni non ha un titolo di studio superiore alla licenza media, contro il 16% dei giovani con cittadinanza italiana. «Permangono però ancora forti criticità nel mercato del lavoro e molte richieste delle imprese non trovano risposte. Il gap con gli altri Paesi è molto significativo e la forbice non tende a ridursi».
Questa criticità non può essere attribuita solo al sistema scolastico, che ha le sue colpe. Anche il sistema produttivo ha le sue responsabilità per come è strutturato (troppe micro-piccole imprese, una presenza ancora forte in settori a tecnologia matura, una gestione prevalentemente familiare, scarsi investimenti per innovare i sistemi tecnico-produttivi).
Provincia ‘lenta’: «Crescita tra le più basse del Piemonte. Tonfo per colpa del Covid»
Il primo punto di un corposo dossier di Giovanni Facco riguarda Pil e Valore Aggiunto. Alessandria, a livello regionale, fa…
Il Piemonte al 2021 ha una popolazione di circa 4,3 mln di abitanti. Rispetto al 2019 ha perso 53.620 unità. Nel periodo, tutte le province hanno perso abitanti, ma Alessandria è quella che ha perso più residenti, quasi 11mila unità (-3% sul 2019). La struttura per genere vede in leggera prevalenza le donne con il 51,4% e gli uomini al 48,6%.
La popolazione del Piemonte ha la seguente distribuzione per classi di età ( 2021) e per genere: il 27% fino a 30 anni, uomini il 51% e le donne il 49%; il 26% da 31 a 50 anni, il 16% da 51 a 60 anni, il 19% da 61 a 75 anni; il 13% oltre 75anni.
Alessandria rispetto ai dati regionali evidenzia una situazione peggiorativa in tutte le classi: nella fascia di età fino a 30 anni (-2,1%) e in quella 31-50 anni (-1,5%); nella fascia 61-75 anni e “oltre” ha più anziani l’1% in più rispetto la media regionale.
Questo indicatore ci consente di valutare e di confrontare il livello d’invecchiamento di un territorio. L’indice varia in funzione di diversi parametri: l’andamento anagrafico della popolazione totale, la popolazione anziana e quella dei giovani; tecnicamente l’indice di vecchiaia è dato dal rapporto percentuale tra il numero degli ultra 65 anni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni.
In Piemonte e ad Alessandria in particolare, si evidenzia che negli ultimi 4 anni l’indice di vecchiaia è peggiorato di ben 15 punti; Alessandria è passata da indice 241 a 257 (un ragazzo ogni 2,6 anziani) collocandosi a livello paese tra le province italiane con una popolazione più “vecchia“ (Biella 282; Oristano 284; Trieste, 265; Savona 278; Genova 263).
L’Istat nell’ ultimo studio sul sistema previsionale demografico del paese (prendendo in considerazione il valore mediano, quindi molto prudente) stima la popolazione della Regione Piemonte al 2070 (la generazione dei nostri nipoti) in 3,4mln abitanti rispetto alla attuale 4,250 mln, una perdita di periodo di circa 860mila unità.
Perché evidenzia e misura uno “squilibrio generazionale” con ricadute negative e strutturali sull’andamento del mercato del lavoro, sul sistema pensionistico del paese/territorio e della sua sostenibilità, sul sistema sanitario e suoi costi e quindi complessivamente sul sistema sociale ed economico nel lungo termine (meno occupazione, meno imprese, meno produzione di ricchezza e più costi sociali di sistema).