Rete anti peste suina, costa 8 milioni. «Ma non ci sono i soldi»
Alla cifra, riferita solo al tratto piemontese, vanno aggiunti mille euro al giorno per la manutenzione. Ravetti: «Subito una soluzione»
Cancellate molte restrizioni alle attività outdoor. In Piemonte invece i casi di Psa crescono (ma i campionamenti sono il doppio)
La Liguria libera i boschi: ieri la giunta regionale ha sostanzialmente deciso di annullare le restrizioni alle attività outdoor introdotte per contenere la diffusione della peste suina africana. Si potrà infatti tornare a praticare l’escursionismo e la mountain bike ma solo sui sentieri tracciati e con qualche altro accorgimento (come la disinfezione di scarpe e copertoni).
In Piemonte invece i casi di peste suina continuano a salire. Negli ultimi giorni sono state ritrovate altre carcasse di cinghiale positive alla Psa, una malattia letale per i suini ma innocua per l’uomo. A oggi, in provincia di Alessandria sono state rinvenute 48 carcasse infette, contro le 32 della Liguria, dove però i campionamenti sono meno della metà.
Da ultimo, sono stati registrati casi di peste suina ad Arquata Scrivia, Bosio, Gavi, Lerma, Molare, Mornese e Voltaggio; sul versante genovese invece a Campo Ligure, Ronco Scrivia e Rossiglione.
Rete anti peste suina, costa 8 milioni. «Ma non ci sono i soldi»
Alla cifra, riferita solo al tratto piemontese, vanno aggiunti mille euro al giorno per la manutenzione. Ravetti: «Subito una soluzione»
Secondo i dati diffusi dall’Izsplv, l’Istituto zooprofilattico interregionale, in Piemonte finora la peste suina africana si è diffusa ad Arquata Scrivia (7 casi), Bosio (2), Casaleggio Boiro (1), Castelletto d’Orba (3), Fraconalto (1), Gavi (3), Lerma (5), Molare (2), Montaldeo (2), Mornese (1), Ovada (6), Rocca Grimalda (1), Serravalle Scrivia (1), Silvano d’Orba (2), Tagliolo Monferrato (3), Voltaggio (8).
Intanto il Senato ha approvato la conversione in legge del decreto sul contenimento della peste suina. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera, che lo deve varare entro il 16 aprile. Nel decreto vengono stanziate risorse per la filiera suinicola, nulla invece per il settore silvo-pastorale e l’outdoor, per il quale però è stato approvato un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle. «Nei prossimi provvedimenti presenteremo emendamenti perché si possano trovare le risorse necessarie per un sostegno a queste attività», ha fatto sapere la senatrice Susy Matrisciano.
Intanto la Regione Piemonte ha stanziato 1,8 milioni di euro per anticipare gli indennizzi alle aziende suinicole della “zona infetta” che hanno dovuto abbattere i propri capi. Il provvedimento diventerà operativo dopo l’ok della Commissione Europea.
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L’ordinanza con cui la Regione ha “allentato” le maglie sulla caccia preoccupa però gli esponenti del M5s. «Risultano evidenti notevoli problematiche legate alla sicurezza dei cittadini, soprattutto per quanto riguarda le battute di caccia che si terranno anche in orario notturno, con il timore che possano verificarsi gravi incidenti – dice la consigliera M5s Sarah Disabato – Riteniamo inoltre assolutamente inopportuno il rimborso spese deciso per i cacciatori. Quei fondi andrebbero spesi per assumere personale qualificato».
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