Il santo di oggi, 31 marzo, è Santa Balbina
Oggi, 31 marzo, la Chiesa celebra anche San Beniamino e San Guido di Pomposa
Santa Balbina
Vergine e martire
Di Balbina non si hanno molte notizie certe. Figlia di Quirino, un tribuno nell’esercito romano.
Viene battezzata da papa Alessandro. Quirino gli chiede di guarire Balbina malata gravemente. Papa Alessandro dice di portargli la figlia al suo cospetto, così Quirino rapidamente torna a casa e porta Balbina al carcere dove è rinchiuso il papa; entrambi si inginocchiano davanti a lui in segno di riverenza.
Poiché Balbina baciava gli anelli delle catene con le quali il Papa era legato, le disse: “Non baciare queste catene, ma vai a trovare quelle di san Pietro e, una volta che le hai trovate, baciale con devozione e presto guarirai”. Quirino sapeva dove Pietro era stato detenuto prima del suo martirio e prese immediatamente Balbina, la portò lì e la figlia guarì.
Quirino fu poi arrestato come cristiano e martirizzato con la decapitazione il 30 marzo 116.
Non è noto cosa sia successo a Balbina dopo la morte del padre: secondo una versione fu arrestata insieme a lui nel 116 e decapitata dopo lunghe torture; ma secondo altri racconti visse come una suora vergine fino alla sua morte. Venne chiesta più volte in sposa ma rimase sempre fedele al suo voto di verginità. Poi nel 130 fu riconosciuta colpevole di essere cristiana e condannata a morte dall’imperatore Adriano. Venne annegata o sepolta viva, a seconda delle versioni.
Dopo la sua morte, fu sepolta accanto a suo padre. La Chiesa cattolica la venera come santa e la ricorda il giorno 31 marzo.
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San Beniamino
Diacono e martire
S. Beniamino diacono di Ergol in Persia, fa parte di un gruppo di martiri, uccisi durante la lunga persecuzione contro i cristiani. La leggenda lo vuole vittima di una rappresaglia dopo la distruzione di un tempio al dio del fuoco da parte cristiana. San Beniamino, non desistette dal predicare la parola di Dio e, sotto il regno di Vararane V, subì il martirio con delle canne acuminate conficcate nelle unghie, verso il 420, nei primi due anni del regno di Bahrom-Gor, perché nel 422 egli fu vinto da Teodosio II, che come condizione di pace pose la libertà di culto ai cristiani di Persia.
San Guido di Pomposa
Nato a Ravenna nella seconda metà del X secolo, Guido degli Strambiati, noto come San Guido di Pomposa, dedicò la sua vita alla spiritualità e alla riforma monastica.
Dopo una giovinezza mondana, una profonda conversione lo spinse a cercare la via della santità. Entrò nel monastero benedettino di Pomposa, diventandone abate nel 1007. Sotto la sua guida, l’abbazia divenne un faro di rinascita spirituale e culturale.
San Guido promosse la rigorosa osservanza della Regola di San Benedetto, infondendo nei suoi monaci disciplina, studio e dedizione alla preghiera. Il suo esempio ispirò molti, attirando nuovi confratelli e accrescendo il prestigio di Pomposa.
L’abate si distinse anche come riformatore. Promosse la riforma cluniacense in Italia, viaggiando per diffondere i principi di una vita monastica austera e rigorosa. La sua influenza si estese a numerosi monasteri, contribuendo a un rinnovamento religioso in tutto il paese.
Oltre alla sua opera di riforma, San Guido fu un prolifico scrittore. Compose agiografie, lettere e trattati teologici, contribuendo alla diffusione della cultura e del sapere. La sua biblioteca divenne un punto di riferimento per studiosi e religiosi.
San Guido morì a Fidenza nel 1046. La Chiesa cattolica lo venera come santo e il suo giorno di festa è il 31 marzo. La sua memoria rimane viva a Pomposa, dove l’abbazia da lui guidata conserva ancora oggi il fascino e la spiritualità di un tempo.