Pd: “In Prefettura nessun risultato: ora intervenga la Regione”
Il coordinatore cittadino Ezio Cavallero ribadisce l'urgenza della revoca delle concessioni
ACQUI TERME – Ormai è un coro pressoché unanime, da ogni parte politica, infatti, il “desiderata” è grossomodo la stesso: a Pater devono essere revocate le concessioni delle acque termali per riportarle a uso pubblico. È quanto chiede anche il Partito Democratico acquese per “voce” del suo coordinatore cittadino Ezio Cavallero dopo il (poco prolifico) confronto in Prefettura lo scorso venerdì.
«Come risulta dalle dichiarazioni degli stessi partecipanti l’incontro è stato solo interlocutorio e di fatto con nessun risultato concreto. Era facile immaginarlo. È ora di agire – scrive Cavallero – a partire dalle concessioni perpetue che sono nulle e quindi vanno revocate. È compito della Regione Piemonte che, a nostro avviso, deve revocare la delega a suo tempo affidata alle Province, avviare il procedimento di revoca delle concessioni perpetue riportandole in mano pubblica e procedere sulla strada della somministrazione per fare cessare un monopolio in mano privata non più ammissibile, come sostenuto da Bruno Barosio nell’intervento di presentazione della candidatura a Sindaco». Da parte dei “dem” termali non mancano le critiche all’attuale amministrazione: «Certo il recesso dalla partecipazione azionaria nella Terme di Acqui S.p.A. operata dalla Giunta Lucchini è un grave errore poiché fa uscire dalla proprietà il Comune che ha nel suo Statuto la qualificazione e finalità termale. Presenza nell’assetto azionario che in futuro poteva essere anche un elemento attrattivo al momento di un cambio di proprietà».
Ezio Cavallero chiede infine che siano riviste le normative regionali: «La normativa sulle concessioni di acque termali in Piemonte è basata su una legge del 1995. Da allora è stata emanata nel 2006 la Direttiva Europea 2006/123, detta Bolkestein, che introduce e rende obbligatorio il principio di concorrenzialità anche nella gestione di beni pubblici, è stata emessa una sentenza della Corte Costituzionale del 2012 che tratta della nullità delle concessioni perpetue e sono stati emanati vari pareri dall’Autorità per la Concorrenza in materia di concessioni delle acque termali tutti fondati sulla nullità delle concessioni perpetue e contro il monopolio delle acque. Noi riteniamo, nell’interesse della città, che sia il caso di procedere urgentemente alla revisione della normativa regionale in materia di acque termali. Il soggetto istituzionale costituzionalmente competente ad intervenire è la Regione che non può perdere ulteriormente tempo».