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L'iniziativa promossa dalla scuola e dall'associazione ovadese
L'iniziativa della scuola ovadese
OVADA – L’orso del Tibet rappresenta un simbolo, la vittima dell’odio e dell’egoismo; una creatura che per la sua diversità viene scacciata dal suo ambiente naturale. Hanno lavorato su questo concetto i ragazzi dell’Istituto Pertini inseriti nel laboratorio PON di Teatro e Scrittura Creativa.
Il loro testo nasce dal progetto musicale Dremong, l’album in stile progressive pubblicato da Max Manfredi, cantautore e scrittore, con la collaborazione di Fabrizio Ugas, docente di musica della scuola ovadese.
«Fabrizio de Andrè – spiegano dalla scuola – definiva Manfredi “il più bravo tra i cantautori italiani”». L’artista è un culture di musica medievale e barocca; è un intellettuale che spazia in vari ambiti artistici ed espressivi, creando suggestioni con richiami colti e popolari. Dalla sperimentazione con le sonorità suggestive e con le parole di “Dremong”, i ragazzi hanno tratto l’ispirazione per la loro rielaborazione artistica.
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L'iniziativa promossa dalla scuola e dall'associazione ovadese
Lo stesso Manfredi, presente a scuola la scorsa settimana, ha spiegato che l’orso del Tibet è una creatura che fa paura ma che in realtà ne ha a sua volta. Gli allievi presenteranno a breve questo loro prodotto video sul sito del Comprensivo e sui canali social ad esso collegati.
Il testo originale è però stato selezionato per partecipare al concorso nazionale promosso dal Ministero dell’Istruzione “Scrivere di teatro”. In palio c’è la possibilità di rappresentare il testo con il contributo di attori professionisti. «Sarebbe un bel modo – concludono dalla scuola – di veder ripagati i tanti sforzi profusi in questo periodo così difficile».
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I ragazzi stessi si augurano di poter recitare al più presto il loro testo. Il laboratorio teatrale è stato molto apprezzato, in epoca precedente, all’emergenza sanitaria, con rappresentazioni tradizionali in teatro e serate particolari nei locali della scuola. Il laboratorio è stato condotto dalle docenti Emilia Nervi e Debora Vigo con il prezioso contributo della professoressa Patrizia Priano.