Confesercenti, Rapetti: “Serve l’intervento del ministro Giorgetti”
La presidente dell'associazione di categoria acquese chiede l'intercessione del Prefetto
ACQUI TERME – Tra le associazioni di categoria presenti alla manifestazione di lunedì 21 davanti al Grand Hotel Nuove Terme c’era anche Confesercenti.
Preoccupata per il futuro economico della città – «in cui migliaia di persone vivono con l’accoglienza turistica generata dal termalismo» – la presidente della sezione acquese, Roberta Rapetti, portavoce della presidente provinciale Manuela Ulandi, ha deciso di scrivere al Prefetto di Alessandria Francesco Zito, «affinché valuti l’opportunità di coinvolgere il Mise, nella persona del ministro Giancarlo Giorgetti. Sono veramente dispiaciuta per le famiglie dei lavoratori delle Terme, ma la crisi vera riguarda tutta la città. Servono soluzioni concrete per Acqui e il suo indotto. Acqui rappresenta il “Made in Italy del benessere”». Confesercenti ha deciso di chiedere l’intercessione del Prefetto «perché il destino di una intera città è nelle mani di una proprietà che con le sue scelte aziendali sta negando ad Acqui Terme il suo presente e il suo futuro».
“Terme non siano argomento di propaganda”
Un argomento, quello della crisi termale, diventato inevitabilmente motivo di discussione nel dibattito elettorale affrontato dai candidati alla poltrona di Palazzo Levi, ma che per la Rapetti «non può essere argomento di propaganda, perché servono decisioni concrete per la sopravvivenza della città stessa. Attraverso i fondi del PNRR, di concerto con le istituzioni nazionali, regionali e locali, occorre trovare una soluzione per far arrivare risorse e quindi ossigeno al fine di rilanciare una perla del termalismo e del Monferrato, patrimonio Unesco».
La presidente di Confesercenti Acqui Terme non nasconde la grande preoccupazione «per la straordinaria gravità economica in cui versano i cittadini acquesi. Abbiamo perso il Tribunale, poi visto smembrarsi dolorosamente l’ospedale e la catastrofe della svendita delle Terme, con un progressivo aumento dei fenomeni di usura e povertà. Questi dati – conclude – obbligano a nuovi e credibili interlocuzioni istituzionali».