I santi di oggi, 23 marzo sono san Giuseppe Oriol e Santa Rebecca Ar-Rayès
San Giuseppe Oriol
La vita
José Oriol Boguñá è un santo spagnolo, ufficialmente canonizzato. Nacque il 23 novembre 1650 a Barcellona in una famiglia povera: Giovanni, suo padre, era tessitore di seta e morì soli sei mesi dopo la sua nascita. Grazie alla generosità di alcuni benefattori il giovane poté intraprendere gli studi universitari e la sua vita divenne tutta casa, scuola e chiesa. All’età di ventitré anni conseguì il dottorato in teologia presso l’università di Barcellona, continuando anche a studiare teologia morale ed ebraico. Nel 1676 finalmente ricevette l’ordinazione presbiterale e per venire incontro alle necessità della madre divenne tutore dei figli di una ricca famiglia, andando a vivere presso di loro.
L’anno seguente un fatto misterioso sconvolse la sua vita: mentre era seduto a tavola e tentava di servirsi di deliziosi cibi, sentì ripetutamente la sua mano trattenuta da una forza invincibile. Interpretò allora quella sorta di paralisi come un ammonimento divino contro gli agi che si era concesso ed iniziò così un digiuno che si protrasse per tutta la sua vita. L’unico suo sostentamento fu costituito da pane ed acqua, con un’aggiunta di erbe selvatiche nei giorni festivi ed una sardina solo a Natale e Pasqua. In Quaresima mangiava e beveva solo di domenica. Rimase ospite della famiglia Gasneri sino alla morte della madre, avvenuta nel 1686.
Tre settimane dopo partì pellegrino per Roma. Non possedeva altro che un tavolo, una panca, un crocifisso e pochi libri, niente letto e riscaldamento. Vestiva allo stesso modo in ogni stagione e non portava un cappello per difendersi dal sole o dalle intemperie. Tutto il denaro che guadagnava lo destinava interamente ai più bisognosi.
Il grande sacerdote e taumaturgo José Oriol Boguñá fu beatificato da Papa Pio VII il 15 maggio 1806 ed infine canonizzato da San Pio X il 20 maggio 1909.
Santa Rebecca Ar-Rayès
Nacque nella città di Himlaya in Libano. La madre morì quando Rebecca aveva sette anni e il padre si risposò quasi subito. La famiglia era molto povera così, appena fu grande abbastanza da poter lavorare, Rebecca andò a servizio presso una famiglia cristiana di Damasco. A quattordici anni, venne richiamata a casa dal padre che voleva darla in sposa ma lei fino all’età di ventun anni rifiutò numerosi pretendenti: alla fine decise di lasciare la casa e diventare suora, esaudendo così un suo desiderio di lungo corso. Prese l’abito nel 1855 e ben presto le sue superiori notarono il suo grande amore verso le sorelle, gli ammalati e di chiunque avesse bisogno di cure particolari. Non cercava nulla per se stessa: non chiese mai un abito nuovo, preferendo portarne uno di seconda mano, e i suoi unici beni erano un cuscino, un fuso e una scatola di metallo per gli aghi da maglia.
Una notte sentì un dolore violentissimo alla testa che si estese agli occhi: quello fu il primo segno della sua passione, che sarebbe durata ventinove anni. Perse completamente la vista ma accadde un fatto miracoloso: un giorno la superiora le chiese se non desiderasse nulla per se stessa ed ella rispose che avrebbe voluto riavere la vista per un’ora per poter vedere lei e le altre sorelle. Subito riacquistò la vista per il tempo di un’ora, riuscendo a vedere le cose nella stanza.
Suor Rebecca morì il 23 marzo 1914 all’età di ottantadue anni e venne seppellita due giorni dopo. È stata beatificata da papa Giovanni Paolo II il 17 novembre 1985.