Il santo di oggi, 19 marzo, è san Giuseppe
Oggi, 19 marzo, la Chiesa celebra anche beato Marco da Montegallo e beato Marcello Callo
San Giuseppe
Sposo di Maria Vergine, padre putativo di Gesù e patrono della Chiesa, dei lavoratori e dei moribondi
Giuseppe è “Lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato il Cristo”, secondo quanto Matteo scrive nel suo Vangelo. Di stirpe di Davide, è un umile carpentiere. Esempio di umiltà, fedeltà, povertà e di fede incrollabile. Definito “Il dottore del silenzio” in quanto personaggio più silenzioso del Vangelo: non si conosce una sola parola di lui. Tutta la sua vita è dedicata al servizio della sacra famiglia, fino alla sua morte, durante la quale è assistito da Gesù e da Maria. Il suo culto si sviluppa a partire dal IX secolo. Nel 1870 Pio IX lo nomina patrono della Chiesa universale, Giovanni XXIII lo inserisce nel Canone Romano.
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San Giuseppe va invocato per una santa morte, lui che è morto assistito dal santo figlio e da Maria Vergine. Nell’iconografia classica, viene raffigurato come un uomo anziano con la barba e un giglio in mano, a volte con il piccolo Gesù in braccio, altre volte mentre lavora.
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Beato Marco da Montegallo
Marco, figlio di Chiaro de Marchio, nacque a Fonditore, un villaggio del comune di Montegallo (Ascoli Piceno). Studiò sotto l’umanista Enoch d’Ascoli e in seguito all’università di Perugia e di Bologna, laureandosi come dottore in legge e medicina. Dal 1448 fu medico ad Ascoli. Spinto dal padre, sposò Chiara de’ Tibaldeschi nel 1451, ma vissero in castità e un anno dopo, alla morte del padre, si separarono di comune accordo per seguire le rispettive vocazioni religiose. Marco nei francescani osservanti. Il suo zelo era inesauribile e spesso univa guarigioni del corpo a quelle delle anime. Ovunque si recò tentò di porre pace tra le diverse fazioni che stavano dividendo la nazione. Tanto era gentile con gli altri, tanto era intransigente verso se stesso. Anche durante i viaggi non dimenticava nessuna delle penitenze abituali, spesso trascorrendo la maggior parte della notte in preghiera. A Camerino, dove stava prendendo piede la peste, promise alla gente che sarebbe finita se si fossero pentiti. Essi si confessarono tutti e la peste finì. Frate Marco predicò i sermoni quaresimali per la seconda volta a Vicenza nel 1496 con particolare fervore. Circa a metà Quaresima fu visto raccogliere tutti i suoi pochi averi in una sacca, quasi stesse partendo per un viaggio, e quella stessa notte si ammalò. Mentre stava per morire chiese che gli leggessero la passione, e alle parole «chinato il capo spirò», rese l’anima a Dio. Era la festa di S. Giuseppe. Fu sepolto nella chiesa del convento di S. Biagio. Quando la comunità lasciò la città, í suoi resti furono trasportati nella nuova chiesa a lui dedicata.
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Beato Marcello Callo
Marcello Callo, nato a Rennes in Francia il 6 dicembre 1921, fu un giovane laico che diede la sua vita per la fede durante la Seconda Guerra Mondiale. Cresciuto in una famiglia profondamente cristiana, si impegnò fin da giovane in diverse attività ecclesiali, tra cui la Crociata Eucaristica e gli Scout.
Nel 1935, all’età di 13 anni, entrò nella Gioventù Operaia Cristiana (JOC), dove si distinse per il suo zelo apostolico e la sua dedizione ai più bisognosi. La sua fede incrollabile lo spinse a continuare a testimoniare il Vangelo anche durante l’occupazione nazista della Francia.
Nel 1943, Marcello fu arrestato dalla Gestapo per il suo impegno nella JOC e per aver aiutato alcuni ebrei a fuggire dalle persecuzioni. Dopo un periodo di detenzione in Francia, fu deportato nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen in Austria.
Nelle terribili condizioni del campo, Marcello si distinse per la sua carità e il suo sostegno ai compagni di prigionia. Condividendo con loro la sua fede e la sua speranza, li aiutava a sopportare le sofferenze e le atrocità del regime nazista.
Il 19 marzo 1945, Marcello fu ucciso a soli 23 anni, a causa delle percosse e delle privazioni subite. La sua morte esemplare lo ha reso un modello di fede e di coraggio per le nuove generazioni.
Beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 4 ottobre 1987, Marcello Callo è oggi venerato come beato dalla Chiesa cattolica. La sua memoria rimane viva come esempio di come la fede possa illuminare anche le tenebre più profonde e come l’amore cristiano possa trionfare anche di fronte all’odio e alla violenza.