Terme, licenziati tutti i dipendenti: "Da Pater chiusura totale"
I sindacati chiedono "l'avvio immediato di una consultazione". Lunedì 21 assemblea davanti al Grand Hotel
"Dobbiamo riprendere ciò che è nostro". "Dialogo non può essere a senso unico"
ACQUI TERME – Dopo il sindaco Lucchini e Bruno Barosio, candidato alle prossime Comunali per il centrosinistra, anche gli altri due aspiranti alla poltrona di Palazzo Levi, Franca Roso e Danilo Rapetti, hanno rilasciato dichiarazioni in merito all’avvio della procedura di licenziamento collettivo dei 25 dipendenti di Terme di Acqui Spa.
«La notizia della chiusura totale di tutti gli stabilimenti termali della nostra città – scrive in una nota l’ex vice sindaco di Acqui Franca Roso – con il licenziamento di tutti i lavoratori del settore è davvero sconcertante. Credo sia venuto il momento dì riprendere ciò che è nostro e che rappresenta per la nostra città la linfa vitale, un bene inestimabile intorno al quale ruota un indotto occupazionale ed economico importante: l’acqua termale. Ribadisco che pensare dì risolvere questo grande problema a livello locale sia solo presunzione. Legittime le manifestazioni dei lavoratori che rivendicano i loro diritti, inutili i tavoli dì lavoro dì persone che non conoscono la materia termale! È necessario – continua la candidata sindaco di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia – coinvolgere gli organi di Governo competenti, sia a livello nazionale rivisitando la Legge 323/ 2000 sul riordino del sistema termale e sia a livello regionale per ciò che concerne il rilascio delle concessioni, a tutela dei Comuni che ospitano gli stabilimenti termali. È vero che la proprietà degli immobili è del privato che ne dispone come vuole, ma è altrettanto vero che l’acqua termale è un bene pubblico della collettività.
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Franca Roso rivendica poi la volontà di tornare a dire la propria in sede di confronto: «Mi attiverò immediatamente in qualità dì presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni Termali (ANCOT) per sottoporre questa grave situazione che si è venuta a creare alle istituzioni nazionali e regionali. Per troppo tempo sono stata volutamente esclusa dai tavoli dì monitoraggio sul termalismo locale. Ora è venuto il momento dì prendere una posizione e dì agire. La mancanza dì dialogo da parte degli attuali amministratori comunali con la proprietà di Terme Spa e con l’unica associazione rappresentativa del settore termale pubblico (ANCOT) è stata determinante nel portare piano piano le nostre terme a morire. Sono convinta che in queste situazioni l’unione faccia la forza, ma questo concetto non sempre viene da tutti recepito. Non lasceremo soli i dipendenti delle Terme e chiederemo l’immediata attivazione dei necessari quanto indispensabili tavoli di crisi come anche i necessari ammortizzatori sociali».
Così l’ex sindaco Danilo Rapetti: «A leggere la notizia del licenziamento dei Lavoratori delle Terme da parte della proprietà ogni acquese resta incredulo, preoccupato e deluso. Quali che siano le intenzioni della società e le ragioni addotte, un gesto così grave deve suscitare una reazione corale di unità nei cittadini, nelle istituzioni, nelle associazioni sindacali e di categoria. Occorre che ad una sola voce Acqui chieda alle Terme di riconsiderare la propria decisione. La strada della trattativa con i lavoratori deve essere da subito ripresa sgombrando il campo da atti ultimativi ed irreparabili. Esprimo la solidarietà più convinta ed incondizionata alle lavoratrici ed ai lavoratori, che ringrazio perché in tutti questi anni hanno consentito alle Terme di andare avanti, pure tra difficoltà sempre crescenti, con abnegazione, con spirito di sacrificio e con riconosciuta professionalità. Non possiamo lasciarli soli. Non li lasceremo soli.
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Rapetti invoca quindi l’intervento delle istituzioni, «che a ogni livello sono chiamate in causa per mettere in campo tutte le azioni utili e necessarie perché le Terme annullino questa decisione. Il dialogo, che sostengo ed in cui fermamente credo, non può essere a senso unico. Perché si possano trovare soluzioni occorre che a volerlo siano tutte le parti. Rivolgo in questo senso un appello alla proprietà, che ben ricordo negli anni avere investito tante risorse in città, perché torni a proporre nuovamente piani di crescita e non assuma ulteriori decisioni di chiusura. Le Istituzioni sappiano sostenere economicamente e funzionalmente ogni progetto di sviluppo che le Terme vorranno indicare. Ma, al contempo, la verifica a termini di legge del regime concessorio delle acque termali deve essere effettuata dagli Enti preposti con oculatezza e celerità, perché una risorsa pubblica tanto preziosa non resti inutilmente sprecata. E perché chi ci lavora ed ha dedicato una vita intera alle Terme non si trovi improvvisamente senza stipendio e senza speranza»