Peste suina, il progetto della maxi recinzione: ecco dove passerà
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Nella migliore della ipotesi ne saremo fuori nell'autunno 2023. I casi ora sono 60. Svuotati il 90% degli allevamenti di maiali
TORINO — Nella migliore delle ipotesi saremo fuori dall’emergenza peste suina nell’autunno del 2023. Lo ha detto oggi il commissario straordinario Angelo Ferrari, intervenendo a Torino all’audizione congiunta delle commissioni regionali Agricoltura e Sanità.
Ferrari ha spiegato che per certificare l’eradicazione della malattia è necessario che passi un anno dal ritrovamento dell’ultima carcassa. Da qui la necessità di interventi tempestivi, perché se si verificasse il passaggio della peste suina africana dai cinghiali ai maiali – ipotesi finora scongiurata – «le conseguenze sarebbero assai più catastrofiche di quelle attuali, con pesantissime ripercussioni su allevamenti suinicoli e commercializzazione dei prodotti da essi derivati. Il Piemonte conta più di 1,3 milioni di maiali, quasi tutti presenti nella provincia di Cuneo».
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Ferrari ha fatto il punto sui ritrovamenti di carcasse infette: sono finora 60, 32 in Piemonte e 28 in Liguria. Gli ultimi casi sono stati registrati a Voltaggio (1), Rossiglione (4) e Campo Ligure (1). I campionamenti sono stati oltre 350.
Il commissario straordinario ha spiegato che la strategia si basa sul controllo dei cinghiali e sulla creazione di “barriere” per creare il “vuoto sanitario” nella zona critica, in Piemonte e in Liguria, macellando e abbattendo i capi degli allevamenti nella zona contaminata. «La proposta di una rete che dovrebbe circondare la zona infetta va affrontata con attenzione e celerità, coinvolgendo il territorio, per contenere il più possibile le fughe a est e a ovest».
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Proprio la maxi recinzione è stata oggetto dei dubbi maggiori, per via dei costi e dell’efficacia, in un territorio orograficamente difficile da delimitare. Secondo Domenico Ravetti (Pd), «sul dimensionamento reale della recinzione metallica non pare esserci conferma. Su questa imponente opera pubblica sarebbe fondamentale chiarire con più precisione la reale efficacia, il posizionamento, i costi di realizzazione, i costi di manutenzione e del controllo giornaliero».
A proposito della creazione del “vuoto sanitario” il commissario regionale per l’emergenza Giorgio Sapino ha specificato che «dei 103 allevamenti interessati a oggi ne restano ancora una decina, mentre tutti gli altri sono stati vuotati completamente tramite macellazione. Sarà necessario abbattere e distruggere i circa 6.000 suini ancora presenti nella zona infetta».
In commissione, Ravetti ha chiesto alla giunta un impegno per ricavare dal bilancio regionale i fondi per i ristori alle aziende coinvolte dall’emergenza, in tutti i comparti economici interessati.