Peste suina, appello di attività e comitati: «Riaprite al trekking»
Associazioni e ristoratori scrivono ai sindaci di val Borbera e val Curone: «Sull'escursionismo misure drastiche e poco utili»
Vano ogni tentativo dopo il fallimento della società pubblica
LERMA – Pesa sulle casse dell’ente che ne ha ereditato la proprietà, non c’è un orizzonte prossimo per il rilancio nonostante gli sforzi degli amministratori locali. È la cantina di montagna di Lerma, aperta più di vent’anni fa per sostenere la produzione vitivinicola del territorio.
E invece la parabola discendente si è conclusa con il fallimento della società pubblica che l’ha gestita fino a qualche anno fa. Oggi l’immobile, situato tra Lerma è la vicina Casaleggio, costato un milione di euro, sembra quasi abbandonato. Rimane però la necessità di fare manutenzione delle strutture.
Se ne deve occupare l’Unione dal Tobbio al Colma, l’ente composto da comuni che ne ha ereditato la proprietà dall’ex Comunità Montana. Nessuna soluzione si è rivelata utile a riavviare le operazioni.
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I soggetti interpellati, dopo le necessarie verifiche, si sono tirati indietro. Il curatore fallimentare ha provveduto a cedere attrezzature e materiali a prezzi inferiori a quelli dell’acquisto. «Non è mai arrivato nessun progetto concreto», dicono a denti stretti gli amministratori.