Ho sognato la cioccolata
Ti andrebbe di svagarti facendo la pace? Non per sempre, ma per un buon tempo
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Max Biglia
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Ti andrebbe di svagarti facendo la pace? Non per sempre, ma per un buon tempo.
È faticoso parlare di questo argomento, anche se credo valga la pena che ognuno, si interroghi sul significato di questa parola rotonda. Da ultimo cittadino tra gli ultimi e da partigiano culturale, ritengo che le ostilità non siano mai terminate del tutto. Più di mezzo mondo, ad ogni latitudine, ieri come oggi, era ed è alle prese con conflitti tangibili, molto spesso irrisolvibili, così come nel nostro quotidiano, vicino, e dentro di noi.
Nel momento in cui, per l’ennesima volta, lo stupore del conflitto e delle immagini cruente ci colpisce, qualcuno rianima la propria coscienza, abbandonando fatti, parole e insegnamenti di un passato recente o remoto. Determinati a dimenticare la violenza e i proselitismi della politica, di noi stessi, l’arte della furbizia, la scuola dell’ignoranza, il compromesso prevaricatore, il fanatismo da semaforo, a discapito di una doverosa e infiocchettata solidarietà. Ancora una volta.
Che bella cosa la pace: “ama il tuo prossimo come te stesso”. Sì ma i negri? E i froci che si baciano sulle panchine? I vaccini, gli immuni e gli inoculati? E non parliamo degli handicappati e dei vecchi. Fortunatamente però abbiamo il divino pallone, le pupe e i secchioni ad alleviarci le nostre esistenze, proprio qui, nel bel mezzo di questo acquitrino maleodorante nel quale siamo precipitati, dov’è faticoso parlare di questo argomento; di una pace abusata, una pace che non significa solo assenza di guerra. La pace è persona, istruzione, significato, progettazione, filosofia e politica, cibo, arte, uguaglianza e dignità, armonia, caratteristiche alle quali ogni essere umano dovrebbe aver diritto e possibile accesso. Ogni persona dovrebbe essere responsabile della pace, della pace intorno a sé. Forse, sarebbe utile tornare a riflettere e avere delle buone domande per capire l’entità reale dei problemi. Esercitare la resistenza nella solidarietà certo, ma soprattutto nella giustizia. Per questo, ribadisco che le ostilità non siano mai terminate del tutto ma capovolte con abili operazioni di trasformismo, nel tempo in cui tutti gridano, molti parlano di cose che non conoscono e dove, l’incompetenza sembra sia diventata la regola.
E mentre si caga e si caga parecchio, si sfoglia il giornale per guardare le “figure”, raggruppati nella lettura del titolo, quasi completamente privati e privi di pensiero, immersi tra bollettini di guerra e l’abituale oratoria in cui qualcuno confonde, altri insistono, pochi convincono, quasi tutti sanno. Stitici di realtà.
E intanto che uno dopo l’altro ci allontaniamo da ogni significato, chi resta si svaga in questo essenziale conformismo di eroi, mica eroi, piccoli grandi fratelli, propagande infagottate e implacabili coglioni dalle proposte ordinarie e dalle risposte improbabili.
Così, tra il dire e il fare, per i disadattati come me, quelli della “peggio società”, lo stomaco si aggroviglia, i muri si innalzano e si stringono. Ingannati dagli astri e dai luccichii, non rimangono che pezzi di vetro e puttane. Forse a volte basta veramente poco. Quel poco che abbiamo, una buona idea, un amore che duri davvero e un bagaglio per un viaggio con le ambizioni che si muovono veloci e imprevedibili. Si muovono lontano dai sentieri conosciuti e così, seguendole, ci si può trovare in luoghi impensati. O impensabili. Dicono che sia questione di dettagli che non sono mai casuali. Sono storie, è una storia, misteriosa come questo presente e, apparecchiata per il futuro. E io proprio qui, a questa tavola, in questa guerra, ho sognato la cioccolata!
Noi, prima che sia dopo, sulla spiaggia di queste colline a prestare attenzione per “tenere a mente” e stare in equilibrio su un piede solo, con eleganza, l’oppure e il controvento. Una brezza leggera per curare ciò che accade vicino, e dentro di noi, per svagarci facendo la pace con la speranza diventi vento forte e, per ritornare semplicemente umani.