Presidio dei lavoratori termali, UilTucs: “Soluzioni subito, o occupiamo”
ACQUI TERME – ‘Lavoro=Dignità’ è lo striscione che campeggia davanti il Grand Hotel Nuove Terme di Acqui, proprio all’ingresso dove transitavano ad inizio Novecento le teste coronate e i potenti provenienti da tutta l’Europa. Lì, oggi pomeriggio, si sono dati appuntamento i lavoratori della struttura che a fine mese verranno licenziati. Accanto a loro le sigle sindacali. «Siamo contenti che tutti i lavoratori abbiano aderito alla manifestazione – commenta Maura Settimo di Uiltucs – e confesso che mai come in questa occasione, abbiamo registrato una così grande partecipazione della politica».
Tra i presenti e a prender parola, volti noti della politica non solo locale, da Federico Fornaro a Marco Protopapa, a Domenico Ravetti, al sindaco Lorenzo Lucchini. «Tutti hanno preso l’impegno nel sostenere la nostra causa – continua – Ringraziamo anche la partecipazione dell’associazione di cittadini ‘Rilanciamo Acqui’ rappresentata da Gualberto Ranieri».
In verità è saltata all’occhio l’assenza delle categorie produttive legate, direttamente o indirettamente, all’ambito termale, così come dei liberi cittadini acquesi (pochi gli intervenuti) molto attivi e ‘fumini’ sui social network, purtroppo poco presenti nelle piazze.
“Pater? Aspettiamo un suo cenno”
«Dalla famiglia Pater nessun riscontro – lamenta la sindacalista – Ci dispiace questo atteggiamento di sfida, come fosse una questione personale. Vorremmo che si pensasse all’azienda preoccupandosi di mandarla avanti anche per il bene dei lavoratori e della città, Non ci sono ‘nemici esterni’, siamo tutti sono disponibili alla discussione. Aspettiamo solo un suo cenno».
Il sindaco acquese si è reso disponibile ad organizzare un tavolo tecnico aperto a tutti i contributi. «Noi andiamo avanti per la nostra strada – precisa la Settimo – Bene i tavoli paralleli, di discussione, ma noi vogliamo incontrare l’azienda, Alessandro Pater, e mettere nero su bianco soluzioni contrattuali per mettere al riparo i nostri lavoratori. Il 31 marzo scade la Cassa integrazione e non abbiamo tanto tempo a disposizione per salvare questi posti di lavoro, queste famiglie. Chiediamo un prolungamento della Cassa; è la base per qualsiasi discussione su soluzioni pratiche. Dal sindaco, dal Prefetto, in azienda? Dovunque, purché si faccia. Assicuro che continueremo le nostre manifestazioni; ci sarà presto un presidio a Genova fuori dall’azienda Finsystem e se si deciderà di aprire lo stabilimento termale senza i nostri lavoratori, ma con altri o collaboratori a partita iva, siamo pronti a occupare».