Uccise il marito, concessa la detenzione domiciliare in una struttura
Il processo in Corte d’Assise riprende il 7 marzo. La richiesta presentata dai difensori
ALESSANDRIA – Per Agostina Barbieri, 60 anni di Borghetto Borbera – la donna che domenica 11 luglio 2021 ha ucciso «temendo per la propria incolumità e quella del figlio» il marito 64enne Luciano Giacobone – e ora a processo davanti alla Corte d’Assise di Alessandria difesa dagli avvocati Silvia Nativi e Lorenzo Repetti – è stata accolta la modifica della misura cautelare da detenzione in carcere a domiciliare presso la struttura nella zona di Voghera indicata dai legali.
Il processo è iniziato il 22 gennaio. Si torna in aula il prossimo 7 marzo giorno in cui verranno sentiti il figlio e la nipote della coppia, un consulente e l’imputata.
Intanto, il paese si era stretto attorno ad Agostina Barbieri con una raccolta di oltre 300 firme.
“Questa raccolta firme vuole essere solo un piccolo gesto di solidarietà per te, cara Tina. Nel farlo, ti chiediamo scusa per non aver capito prima fino a che punto era arrivata la tua disperazione. Comunque vada il processo, vogliamo farti sapere che tutto il paese è con te, con Rina e Andrea”.
L’accusa
L’accusa, rappresentata dal procuratore capo Enrico Cieri, ha contestato all’imputata due aggravanti: l’aver commesso il fatto contro il coniuge e aver usato sostanze venefiche e comunque insidiose. Non si ipotizza la premeditazione.
Agostina Barbieri somministrò al marito una boccetta di sonnifero e poi lo strangolò con un laccio da scarpe.
Quell’atto estremo, violento, sarebbe stato l’epilogo di un rapporto scandito dalle vessazioni, peggiorato dalla primavera del 2021. Così, quel giorno, nel tardo pomeriggio, la donna ha ucciso suo marito. Subito dopo ha chiamato il figlio, che è tornato immediatamente a casa. Quindi i Carabinieri.