Monferrato non Conforme: striscione contro Eric Gobetti
Tra meno di due ore la conferenza al Salone Tartara
Ieri lo storico insieme a Gad Lerner ospite dell'Anpi al Salone Tartara
CASALE – Platea gremita ieri sera al Salone Tartara di Casale per la conferenza sui temi del confine orientale con lo storico Eric Gobetti e il giornalista e saggista Gad Lerner. L’evento, a cura dell’Anpi, è il terzo organizzato nell’ambito del Giorno del Ricordo, dopo le donazioni di libri alle scuole superiori e la contromanifestazione del 10 febbraio scorso.
Prima della serata, svoltasi sotto l’occhio attento di Polizia e Carabinieri, lo striscione di contestazione di Monferrato non Conforme, declinazione locale di CasaPound Italia.
Monferrato non Conforme: striscione contro Eric Gobetti
Tra meno di due ore la conferenza al Salone Tartara
«Contestualizzare non significa giustificare gli eventi – ha esordito Gobetti – ma rispondere alla domanda sul loro perché. Nel mio libro (E allora le foibe? nda) smentisco, sulla base di dati storici, alcune delle cose che vengono dette». «Il fascismo italiano aveva perseguito il progetto di italianizzazione forzata di regioni che erano un mosaico di nazionalità, come può essere pericolosa una memoria storica distorta! mi spavento di fronte al bisogno di trovare pari e patta tra Shoah e foibe» ha incalzato Lerner.
«Alle vittime delle foibe va il nostro rispetto umano e morale, ma per il confine orientale dobbiamo condannare anche le vicende venute prima, l’invasione fu dell’Italia, in Jugoslavia, nel ’41. Nazisti e fascisti lì provocarono un milione di morti. Il comitato 10 febbraio (coinvolto dal Comune di Casale nell’organizzazione del Giorno del Ricordo) celebra i martiri fascisti, è inaccettabile». «Mettere sullo stesso piano partigiani e fascisti è un’operazione sconcia» la chiosa di Lerner.
Gobetti si è concentrato anche su cifre e numeri: «Nelle foibe del ’43 e ’45 le vittime furono circa 5000. È la cifra riconosciuta dagli studiosi, quella degli scomparsi. Qualsiasi dato superiore è un’invenzione propagandistica con l’intento di scagionare il fascismo, i cui crimini continuano a non essere condannati – ha affermato lo storico con convinzione – In Jugoslavia ci sono stati crimini che avrebbero richiesto una Norimberga, la rappacificazione si può fare solo sulla base della condanna del modello fascista».
Il relatore ha anche ‘tirato le orecchie’ a Mattarella e Napolitano per aver definito le foibe un episodio di pulizia etnica: «Nel mio libro non ci sono novità, ma si riassumono i risultati di decenni di ricerche, non solo mie, è la tesi della stragrande maggioranza degli studiosi. Nessuno dice che i morti delle foibe si meritarono di morire, ma ci sono 10mila italiani caduti nella resistenza jugoslava che non celebriamo, le 5000 vittime delle foibe sono vittime della resa dei conti, non di pulizia etnica».
Uno degli aspetti più interessanti quello del (non) rapporto tra foibe ed esodo: «Non fu una conseguenza delle foibe. Avvenne nel 1947 e nel 1954, legato allo spostamento del confine dell’Italia. La giornata del 10 febbraio dovrebbe essere dedicata più alla tragedia dell’esodo, 300mila persone che se ne vanno dalla loro terra. È la vicenda degli esuli che dovrebbe stare al centro».