Il Santo di oggi, 26 febbraio, è San Porfirio di Gaza
Oggi, 26 febbraio, la Chiesa celebra anche Santa Paola di San Giuseppe Calasanzio Sant'Alessandro di Alessandria
Il Santo di oggi, 26 febbraio, è San Porfirio di Gaza ma viene celebrata anche Santa Paola di San Giuseppe Calasanzio e Sant’Alessandro di Alessandria.
La vita di San Porfirio di Gaza
Le vicende della sua vita sono narrate dal suo diacono Marco. Proviene da una famiglia benestante e all’età di 31 anni si ritira nel deserto di Scete (Egitto), per abbracciare la vita monastica: vi rimane cinque anni, dopo i quali si trasferisce in Palestina, in una grotta vicino al fiume Giordano. Successivamente dopo essere stato colpito da una malattia che lo rende paralitico, si reca a Gerusalemme. Servendosi delle stampelle, visita quotidianamente i luoghi santi e guarisce dopo una visione divina.
Distribuisce tutti i suoi beni ai poveri e per vivere confeziona scarpe. A 40 anni viene ordinato sacerdote dal vescovo di Gerusalemme ed è incaricato di custodire la reliquia della croce presente in città per cui si aveva una grande venerazione. Nel 396 viene eletto, contro la sua volontà, vescovo di Gaza. Si reca a Costantinopoli per chiedere all’imperatore il permesso di distruggere i rimanenti templi pagani. Il permesso gli viene accordato e la distruzione dei templi avviene rapidamente per mezzo delle truppe imperiali, inviate allo scopo. Come conseguenza di questo evento la sua casa viene saccheggiata e solo per miracolo non perde la vita.
La morte
Muore a 73 anni dopo venticinque anni di episcopato in cui riesce a estirpare quasi completamente il paganesimo dalla sua diocesi.
Il santo di oggi: il calendario giorno per giorno
Santa Paola di San Giuseppe Calasanzio
Nasce in Spagna, ad Arenys de Mar, l’11 ottobre 1799. La sua famiglia è molto religiosa. A 10 anni fa la merlettaia per aiutare la madre vedova e i fratelli. Con l’aiuto dell’amica Inés Busquets fonda a Figueras la prima scuola per le giovani, alla quale ne seguiranno altre. Fonda in seguito la Congregazione delle Figlie di Maria delle Scuole Pie, approvata nel 1847 dall’arcivescovo di Barcellona. Muore il 26 febbraio 1889, lasciando 308 suore e 38 novizie. Verrà canonizzata nel 2001.
Sant’Alessandro di Alessandria
Alessandro nasce in Egitto verso il 250; fu uno dei protagonisti nella lotta all’eresia ariana.
Il suo nome resterà legato alla edificazione di quel grande baluardo della ortodossia, costruito per sua iniziativa, al primo concilio ecumenico di Nicea, contro il dilagare di un concentrato di eresie propagate da uno dei suoi sacerdoti, Ario, un vero precursore dei moderni metodi pubblicitari.
Ario, per diffondere le sue teorie (sosteneva che la natura divina del Figlio fosse sostanzialmente inferiore a quella di Dio e che, pertanto, vi fu un tempo in cui il Verbo di Dio non era esistito e che dunque esso fosse stato soltanto creato in seguito), ricorse infatti perfino alle canzoni, che il popolo cantava senza rendersi conto degli errori dottrinali che vi si celavano.
Alessandro cercò di riportarlo all’ovile con dolcezza e paternamente, ma, visto inutile ogni tentativo, il santo patriarca convocò un sinodo di vescovi, durante il quale le tesi di Ario vennero esaminate e respinte.
Ario non si sottomise e riparò in Palestina, dove ebbe modo di farsi accogliere come perseguitato e cercò di screditare Alessandro. Nella controversia si inserì lo stesso imperatore Costantino (poco esperto in questioni teologiche). Alessandro e Ario ebbero in uguale misura severi richiami all’ordine. La disputa non poteva finire così e allora Costantino, per le stesse insistenza di Alessandro, convocò il concilio a Nicea di Bitinia.
Il concilio di Nicea stabilì, infatti, che il Figlio è consustanziale al Padre e non generato, contraddicendo in tal modo le tesi di Ario che, pur ammettendo che Gesù fosse di sostanza simile a Dio, riteneva che questi avesse iniziato ad esistere solo nel momento in cui era stato generato. Il concilio adottò, inoltre, la partizione civile dell’Impero come modello di partizione giurisdizionale della chiesa, riconoscendo per la prima volta Alessandria d’Egitto come sede di patriarcato. Il santo poi si mise al lavoro per sanare le ferite provocate dall’eresia e dallo scisma avvenuto.
Muore ad Alessandria (Egitto) forse il 26 febbraio del 328.