La rabbia dei tifosi: "Nessun saluto"
"Per scuotere la squadra". Longo sul rigore: "Parodi ingenuo? Non sono d'accordo"
Longo: "Poca fame? Basta luoghi comuni". Marconi out 15 giorni
ALESSANDRIA – Resta a lungo a parlare con i suoi uomini, Moreno Longo. “Sono affranti, delusi, arrabbiati. Perché tutti sapevamo bene l’importanza di questo scontro diretto, nessuno l’ha sottovalutato, al contrario. Però ditemi quanti tiri in porta ha fatto il Cosenza? Anche quello di Caso, da cui è nato l’angolo del pareggio, era neppure troppo forte e sarebbe finito sul fondo”.
Non ci sta, il tecnico, neppure a spostare l’analisi su un Cosenza più affamato. “Basta con le frasi fatte e i luoghi comuni. Questi ragazzi danno tutto, non posso accettare che si sostenga che sono calate la voglia, l’intensità, il desiderio di ottenere un risultato pesante, di tenere il Cosenza a distanza. Non ci sto, perché vedo l’impegno di questi giocatori e lo vedete tutti. Abbiamo fatto un ottimo primo tempo, abbiamo tolto la profondità a un giocatore come Laura: se li avessimo attaccatti alti, uno come lui, e anche Caso, avrebbero avuto facilità nellle giocate. Invece, non gliene abbiamo concesse”.
E la ripresa, cosa è cambiato? “Ci sono partite nelle partite e, comunque, ci stavamo difendendo bene, con ordine, e nel primo quarto d’ora Kolaj ha avuto due occasioni per chiudere la gara. Abbiamo preso gol su un angolo evitabile, ma non si può dire che il Cosenza abbia fatto il tiro al bersaglio e ci abba schiacciati. Al contrario. La gara è stata ben diversa”.
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Tre sconfitte in fila complicano molto il cammino. “So benissimo che, adesso, è già iniziata la catastrofe, il disfattismo. Non è così che si fa strada insieme e si prova a tenere la categoria. Ma siamo abituati e pensiamo a noi. A chi oggi ha già sentenze pronte rispondo che noi la pensiamo diversamente, che ci crediamo, lavoriamo, come facciamo ogni giorno, tutti, squadra, società e staff, e vedremo alla fine chi avrà creduto nel traguardo giusto. Noi tutti, io per primo, ci assumiamo le nostre responsabilità: lo abbiamo sempre fatto, lo faremo, abbiamo dodici gare per dimostrare che abbiamo ragione noi e non chi ha già messo in croce l’Alessandria”. Forse anche prima di oggi, ma questo il tecnico non lo dice, anche se lo pensa. “I ragazzi soffroto, lottano, non si tirano mai indietro, non credo serva a qualcuno dare sentenze con 36 punti ancora a disposizione“.
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In attacco la coperta resta corta e lo sarà almeno per due settimane. “Marconi ha una infiammazione al tendine, come avevo già spiegato dopo la gara con il Perugia (però, in presentazione prepartita, il ds non aveva escluso la convocazione, ndr). Non sarà disponibile per 15 giorni, e speriamo recuperi bene e in fretta per far rifiatare chi sta giocando sempre davanti”.
Ariaudo e Barillà domani in gruppo e disponibili contro il Como? “Cercheremo di portarli, rapidamente, nella condizione di dare un contributo importante. Non pensiamo, però, che siano i salvatori della patria, sono elementi che vengono da una lunga inattività e che, però, sono stati aggiunti perché siamo convinti che ci possono dare una grossa mano. Già avevamo solo 18 giocatori di movimento e con il problema a Marconi siamo rimasti in 17: i nuovi saranno in gruppo, certo, a noi aiutarli a trovare la condizione per aiutarci”. In campo e, anche, nella gestione dei momenti delicati come questo.