Centro Ottolenghi: un project financing per la sua riqualificazione
In previsione la realizzazione di una palestra che potrà essere utilizzata dalle società sportive locali
Nell'ultimo Consiglio comunale diversi gli interrogativi posti dai consiglieri Bertero, Cerini e De Lorenzi
ACQUI TERME – Durante l’ultimo Consiglio comunale dello scorso 16 febbraio – aperto con un minuto di silenzio in memoria dell’ex capogruppo del Movimento 5 Stelle Mauro Ghione e di Angelo Formica, il dipendente del Grand Hotel Nuove Terme che si è tolto la vita la scorsa settimana – il punto all’ordine del giorno su cui più si è dibattuto è stato il provvedimento di approvazione del project financing per la riqualificazione e l’affidamento in gestione venticinquennale del centro sportivo Ottolenghi.
La realizzazione di una nuova palestra – finanziata con i fondi ottenuti dal bando di Rigenerazione Urbana per una spesa di circa 1 milione e 400mila euro – all’interno dell’impianto rappresenta la “fetta” più consistente dell’operazione (nel centro sportivo sono infatti previste altre migliorie). Un discorso, quello sulla riqualificazione dell’Ottolenghi, che l’amministrazione Lucchini aveva affrontato già un paio di anni prima della pandemia e che ora intende portare a compimento. Dalle opposizioni, però, si levano critiche e interrogativi sulla gestione del progetto e delle trattative da parte del Comune con il gruppo Erodio, con cui al tempo si era aperto un confronto.
«Mi piacerebbe capire – ha chiesto il consigliere della Lega Marco Cerini all’assessore ai Lavori pubblici, Giacomo Sasso – come mai a quel tempo non sia stato possibile portare avanti il progetto della famiglia Erodio e quale sia stato il reale impedimento. Ci si lamenta che ad Acqui mancano gli investimenti, poi quando c’è qualcuno del posto che ha intenzione di investire una cifra importante non glielo si permette. Volevo anche sapere – ha aggiunto Cerini – se c’è stata da parte dell’amministrazione una qualche comunicazione definitiva sul fatto che non si potesse procedere».
«Forse la domanda andrebbe fatta ai proponenti e non a noi. Come amministrazione – ha ribattuto l’assessore Sasso – nei primi due anni non abbiamo fatto altro che portare avanti riunioni. Sono stati fatti molti incontri per cercare di favorire i proponenti. Di fatto la nostra amministrazione è rimasta in attesa di un project financing finché, di comune accordo con chi avrebbe dovuto presentarlo, abbiamo deciso di prendere in mano le redini della situazione. Riconosco che sviluppare questi progetti, tecnicamente ed economicamente, non sia affatto semplice. Noi, comunque, non abbiamo impedito nulla, o comunicato che non eravamo interessati al progetto. Anche perché era nel nostro interesse riceverlo e metterlo a gara».
Centro Ottolenghi: un project financing per la sua riqualificazione
In previsione la realizzazione di una palestra che potrà essere utilizzata dalle società sportive locali
Cerini ha quindi chiesto se ci sia stata allora una non definizione da parte dei proponenti: «Diciamo che, come spesso accade, nel corso dei tanti incontri con i proponenti l’amministrazione era semplicemente in attesa di arrivare a conclusione – ha spiegato Sasso – facendo di fatto da spettatrice. In contesti simili l’amministrazione altro non fa che esprimere la propria volontà, e la nostra volontà è sempre stata quella di riqualificare l’immobile che, però, va riqualificato con gli strumenti tecnici, amministrativi e finanziari che le norme ci consentono di utilizzare. Questo a volte determina rallentamenti e non pochi problemi. È la famosa burocrazia, con cui spesso gli imprenditori mal si confrontano, ma ciò è anche comprensibile perché della troppa burocrazia spesso ci si stanca. A volte, quindi, deve essere l’amministrazione a prendere in mano qualcosa di difficile da portare avanti. Non ci sono stati né errori né mancanze da parte di nessuno. Semplicemente ci si è “arrampicati” su una situazione complessa cercando poi di portarla a termine. Certamente questa cosa sarebbe stato bello finirla tre anni fa, invece si è protratta fino a oggi per motivi contingenti, derivanti da diverse situazioni che dipendono anche dai costi e dalle complessità che questi progetti generano».