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Quattro persone in carcere per reati maturati nel contesto dello spaccio
NOVI LIGURE – Imponente operazione dei Carabinieri, questa mattina, a Novi Ligure. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare che arriva al termine di accurate indagini: nei guai sono finiti cinque giovani uomini, tutti italiani, e quattro sono stati portati in carcere ad Alessandria.
Un’azione che non è passata inosservata questa mattina, sia nel Novese che ad Alessandria. I reati ipotizzati ai giovani sono legati al contesto dello spaccio di droga, e sembrerebbero sconfinare in azioni contro la persona e il patrimonio. Al momento non si conoscono altri particolari. Le forze dell’ordine mantengono il massimo riserbo.
Seguono aggiornamenti.
Novi Ligure non è nuova ad operazioni antidroga. La mattina del 25 novembre scorso, alle prime luci dell’alba, i militari dei Carabinieri della compagnia di Novi Ligure, insieme ai colleghi del Comando Provinciale e quelli della Compagnia di Milano Monforte, avevano eseguito misure cautelari nei confronti di sei ragazzi: uno era finito in carcere, due ai domiciliari, gli altri sottoposti all’obbligo di presentarsi alla Polizia Giudiziaria. Oltre a loro, anche quattro denunciati in stato di libertà: tutti e 10 sono giovanissimi e risiedono nel Novese.
I reati contestati, a vario titolo, andavano dallo spaccio di sostanze stupefacenti all’estorsione, dalla di rapina alle lesioni. Delitti commessi in danno di altrettante giovani vittime, tra le quali anche alcuni minorenni.
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Le indagini avevano fatto seguito al sempre maggiore coinvolgimento di giovanissimi del Novese in attività delittuose come spaccio, rapine, risse, in un contesto generalizzato di condotte sintomatiche di un profondo e preoccupante disagio giovanile.
Questa percezione aveva trovato riscontro in alcune segnalazioni pervenute da ragazzi che lamentavano di essere stati oggetto di minacce e, alcuni di essi, di percosse, a causa di piccoli debiti di droga che non erano riusciti ad onorare.
Mirati approfondimenti investigativi avevano consentito di accertare come in una realtà seppure piccola come quella Novese esistesse, in forme diverse ma similari a quelle presenti in centri di ben altra dimensione, una sorta di “baby gang” che imperversava tra i coetanei degli indagati. Protagonisti, un gruppo di ragazzi poco più che maggiorenni, connotato dalla presenza di gerarchie, dall’utilizzo di soprannomi e di un linguaggio infarcito di “slang”, dalla familiarità con la violenza, sia parlata che praticata, e dalla passione per la musica trap e rap.
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Giovani per lo più incensurati o con piccoli precedenti, che le indagini hanno dimostrato essere soliti agire “in branco”. Lo spaccio era la loro principale attività delittuosa, spesso seguita da rapine e estorsioni nei confronti di chi non riusciva a pagare i debiti contratti per l’acquisto di droga.