Filloy: “Tortona seguimi, so come si fa”
La guardia italoargentina è veterano della manifestazione che parte oggi. “Siamo carichi, proviamo a vincere”
TORTONA – Ariel Filloy, guardia italoargentina della Bertram, guida i compagni all’assalto della Final Eight di Coppa Italia. Veterano della categoria, 35 anni tra un mese, Ariel è in questa edizione il recordman di partecipazione alla fase finale della Coppa Italia. Ben nove con sette casacche diverse. Nel 2020, con Venezia, ha alzato il trofeo. Quella che inizia oggi è la settima Final 8 consecutiva per il giocatore di Cordoba che quindi, sa bene come si giocano queste partite.
Per molti dei tuoi compagni ci sarà l’emozione della prima volta, per lei è ormai un’abitudine?
“No, un’abitudine no. Perché queste manifestazioni sono sempre speciali”.
Superati i problemi della botta al naso (infortunio con Reggio Emilia, ndr), è pronto a giocare?
“Sì, sto bene. Alla fine il problema non è stato il naso ma il mal di testa forte e le vertigini che ho avuto dopo. Passate quelle sono tornato senza problemi”.
Ci racconti l’atmosfera nella squadra in questa vigilia.
“L’atmosfera tra di noi è bella. Anche negli allenamenti di questa settimana si sentiva l’entusiasmo come anche sul pullman che ci ha portato a Pesaro. Abbiamo avuto la società vicina, all’ultimo allenamento prima della partenza ha assistito anche Gavio. Si sente che c’è entusiasmo”.
Qual è il vero obiettivo per voi?
“Siamo carichi. Sappiamo come affrontare queste competizioni e dare il cento per cento di noi. Poi alla fine vediamo il risultato. Quelle che partecipano alla Final 8 sono tutte squadre di grande valore e quindi niente è scontato. Diamo il massimo, sicuro. E proviamo a vincere”.
Daremo tutto. L’importante è arrivare sereni pronti a giocare a basket. E godersi il momento
Qual è la ricetta per fare una grande Final Eight?
“Arrivare senza pressioni e ansie. Avere la mente leggera aiuta. L’importante è non bloccarsi e giocare al meglio. Poi, ovvio, ci vuole anche un po’ di fortuna e magari trovare qualche canestro che ti dà energia. Non ci dovrebbe essere differenza tra playoff, coppa e campionato, ma c’è. C’è più adrenalina. Quindi sereni, che non significa indifferenza, ma consapevolezza e godersi il momento”.
Cosa ha raccontato ai più giovani della Coppa Italia?
“Niente di particolare. Anche quelli più giovani sono esperti, l’anno scorso hanno vinto un campionato. Abbiamo parlato della bellezza di una partita secca e di come, favoriti o non favoriti, bisogna solo pensare a fare il meglio ed essere pronti a giocare a basket”.
Nel 2020 ha vinto con Venezia (nello staff anche l’attuale vice allenatore bianconero Cedro Galli). Cosa ricorda di quell’exploit?
“Siamo entrati alla fine, da ottavi, grazie ad un risultato favorevole. Poi una volta lì abbiamo preso subito il flusso giusto. Arrivando carichi, abbiamo giocato una bellissima pallacanestro per tutta la settimana”.
Ritrovate Trieste che in campionato vi ha battuto. Cosa non ha funzionato?
“Non abbiamo giocato bene. Non eravamo preparati a giocare quella partita e Trieste in casa quando entra in ritmo ha tanti giocatori che possono fare canestro. Si aprono gli spazi e diventano inarrestabili. E noi siamo andati in frenesia. Stavolta dobbiamo cercare di limitare il loro gioco e controllare il ritmo evitando delle palle perse se le cose non ci vengono. Sarà fondamentale avere solidità dietro”.
Cosa si sente di dire ai tifosi tortonesi?
“Mi sento di ringraziarli. Sia quelli che verranno a Pesaro che quelli che faranno il tifo da casa. Posso promettere che faremo di tutto per allungare la nostra permanenza a Pesaro”.
Gioca su un campo che conosce bene… è un vantaggio per lei?
“Sono stato bene l’anno scorso a Pesaro e approfitterò per salutare qualche amico. Giochiamo in uno dei palazzetti più belli d’Italia ed è una cosa che mi fa piacere. Peccato che non sarà pieno di pubblico”.