Act Consumatori minaccia cause risarcitorie sulle Terme
Antonucci: "Conflitti di interessi e svalutazioni del valore delle quote"
ACQUI TERME – Il futuro delle terme acquesi è al centro di un acceso dibattito che coinvolge tutta la comunità locale, istituzioni, partiti, privati e terzo settore. Tra quest’ultimi si inserisce la voce autorevole dell’associazione Act Consumatori che ha avviato un vero e proprio studio sugli ultimi 5 anni di vita delle Terme. Scopo? «La ricerca di responsabili verso cui dirigere pretese risarcitorie da avviare presso le sedi opportune» ci spiega il presidente Massimo Antonucci.
C’è stato conflitto di interessi?
L’analisi parte dal D.Lgs. 175 del 2016 disponente che «entro il 30 settembre 2017, ogni amministrazione pubblica avrebbe dovuto effettuare la ricognizione di tutte le partecipazioni possedute, individuando fra queste quelle da alienare – spiega l’intervistato – il Comune di Acqui Terme si è espresso a favore della dismissione della totalità delle partecipazioni societarie detenute».
Al via quindi due aste pubbliche, con diritto di prelazione nei confronti dei soci, ponendo a base d’asta il valore indicato dell’ultima perizia: 3.262.713,06 euro. Andate deserte, il Comune ha chiesto l’attivazione del procedimento di liquidazione della partecipazione detenuta.
«Il 16 novembre 2020 l’Amministratore di Terme di Acqui ha proceduto alla determinazione del valore unitario di liquidazione identificato in euro 5,82 facendo scendere così il valore da circa 3 milioni di euro a 736 mila euro per 126.607 azioni ordinarie – continua – riteniamo che si possano probabilmente sollevare maggiori contestazioni, compresa quella del “conflitto di interessi”». Sguardo anche alle istituzioni coinvolte, Comune e Regione: «Procederemo con l’analisi del bando regionale del 2015, sulle motivazioni che hanno spinto a non prevedere la presentazione di un piano industriale da parte degli offerenti e sul “benestare” dato dall’amministrazione comunale del tempo».