Madre e fratelli uccisi da una bomba, Margherita in lotta contro la mafia
Oggi Margherita Asta parteciperà alla conferenza organizzata dall'istituto Ciampini Boccardo di Novi Ligure
NOVI LIGURE — Margherita Asta aveva appena dieci anni quando sua madre e i suoi due fratellini persero la vita a causa di una bomba piazzata dalla mafia sulla strada provinciale che collega Trapani a Pizzolungo, in Sicilia. Ora Margherita di anni ne ha 47 e oggi, martedì 15 febbraio, sarà in collegamento con gli studenti dell’istituto Ciampini Boccardo di Novi Ligure per raccontare la propria storia nell’ambito del progetto “Educazione alla legalità”.
Quel giorno, il 2 aprile del 1985, l’obiettivo della criminalità organizzata era il magistrato Carlo Palermo. La mafia aveva piazzato un’autobomba lungo il percorso che avrebbe dovuto seguire il sostituto procuratore. Barbara Rizzo invece stava viaggiando con i suoi due gemellini, Giuseppe e Salvatore Asta di 6 anni, a bordo della propria Volkswagen Scirocco. Quando i killer fecero scoppiare il veicolo imbottito di tritolo, l’auto della famiglia Asta fece involontariamente da scudo a quella di Carlo Palermo. Il magistrato rimase ferito. La Volkswagen degli Asta invece fu investita in pieno dall’onda d’urto: di Barbara, Giuseppe e Salvatore non rimase niente, i corpi furono polverizzati dall’esplosione.
Margherita ha raccontato la sua storia e il suo rapporto con il giudice Palermo nel libro “Sola con te in un futuro aprile”, pubblicato nel 2015 che ha scritto anche, a suo dire, per sopravvivere a quel dolore devastante. Margherita oggi vive a Parma, dove è referente regionale del settore memoria di Libera Emilia Romagna. Combatte contro la mafia raccontando in giro per l’Italia la storia di Barbara, Salvatore e Giuseppe, vittime innocenti. La conferenza sarà diffusa in streaming sul canale YouTube dell’istituto Ciampini Boccardo, oggi alle 15.00.