La Berlinale 2022 con Dario Argento, Paolo Taviani e il ricordo di Anna Magnani
Si è ufficialmente avviata giovedì 10 febbraio, per concludersi domenica 20 dello stesso mese, la 72esima edizione del Festival di Berlino, concepita quest’anno per metà in presenza e per la restante parte on line, con una capienza delle sale in cui avverranno le proiezioni ridotta del 50%.
L’Orso d’oro e d’argento – oltre agli altri riconoscimenti principali della Biennale – verranno assegnati mercoledì 16, mentre dal 17 al 20 sarà possibile assistere alle seconde visioni dei film proiettati.
I numeri della Berlinale sono importanti: quindici Paesi coinvolti, diciassette anteprime mondiali, diciotto film in Concorso, tra cui sette con una regia al femminile e cinque di cineasti già premiati dal Festival in altre edizioni.
Tra i numerosi titoli, si nota anche una cospicua presenza di opere italiane: in particolare, segnaliamo “Leonora addio” di Paolo Taviani, l’unica in concorso, e – nella sezione Special Gala – “Occhiali neri”, l’atteso ritorno alla regia di Dario Argento a dieci anni dal suo ultimo film, “Dracula 3D”.
Nella sezione Panorama troviamo, invece, “Calcinculo” di Chiara Bellosi, “Una femmina” di Francesco Costabile e “Nel mio nome di Nicolò Bassetti”, mentre in Generation KPlus il corto di Lorenzo Tardella “Le variabili dipendenti”; infine, nella sezione Berlinale Classics – oltre a “Notre Musique” di Jean-Luc Godard (2004) – viene riproposto in versione restaurata il secondo lungometraggio di Pier Paolo Pasolini, “Mamma Roma” (1962), in occasione del centenario dalla nascita dello scrittore-regista friulano e dei sessant’anni del film.
Sul set di “Mamma Roma” Pasolini intrecciò un rapporto artistico profondo e tormentato con la protagonista Anna Magnani, attrice simbolo del Neorealismo e prima diva italiana a vincere un Oscar nel 1955 per la sua interpretazione nel film “La rosa tatuata” di Daniel Mann.
I critici dell’epoca definirono la pellicola ‘un incontro mancato’, quello tra la recitazione naturalistica della Magnani e il manierismo figurativo del regista di Casarsa.
“Leonora addio” di Paolo Taviani, con la colonna sonora di Nicola Piovani, ricostruisce la perigliosa e incredibile avventura dell’urna con le ceneri di Luigi Pirandello, scomparso a Roma il 10 dicembre 1936: l’autore siciliano – premio Nobel per la letteratura nel 1934 – desiderava venire sepolto molto spartanamente nelle campagne della sua Agrigento, ma il destino volle che l’effettiva tumulazione avvenisse soltanto quindici anni più tardi. Nel film viene anche adattato “Il chiodo” – l’ultimo racconto di Pirandello, scritto venti giorni prima della sua morte – che narra la storia del giovane Bastianeddu, costretto dal padre a lasciare la madre e la Sicilia per emigrare in America.
“Occhiali neri” di Dario Argento, invece, si configura come un thriller con sfumature horror, tratto da un soggetto scritto anni fa per la figlia Asia, che doveva esserne la protagonista, e qui è nello stesso tempo interprete e produttrice.
La storia esordisce in una Roma canicolare e oscurata da un’eclissi di Sole, in cui agisce indisturbato un misterioso ed efferato serial killer di prostitute. Sarà una potenziale nuova vittima, Diana (Ilenia Pastorelli) a dover risolvere l’enigma, cercando nel contempo una via verso la salvezza nel buio che avvolge il suo sguardo. A supportarla, il piccolo cinese Chin (Xinyu Zhang) e il cane lupo Nerea.
Tra i film in concorso, segnaliamo, in particolar modo, “Call Jane” per la regia di Phyllis Nagy (sceneggiatrice – nel 2015 – di “Carol” di Todd Haynes), con Sigourney Weaver, e “Avec amour et acharnement” di Claire Denis, con Juliette Binoche.
Ha aperto la Berlinale – il 10 febbraio – “Peter von Kant” di François Ozon, libero adattamento di “Le lacrime amare di Petra Von Kant” (1972) del maestro tedesco Rainer Werner Fassbinder.
«Siamo felici di riavere artisti che amiamo e il cui lavoro è importante per noi. Siamo anche felici di accogliere per la prima volta nel Concorso i registi i cui film ci hanno entusiasmato», hanno dichiarato in conferenza stampa il direttore artistico Carlo Chatrian e la direttrice esecutiva, l’olandese Mariette Rissenbeek. «Più della metà dei film selezionati si svolge ai giorni nostri, ma solo due affrontano i tempi della pandemia in corso. I legami umani ed emotivi sono un filo conduttore – con metà della selezione che sceglie la famiglia come contesto per le proprie storie. Quasi tutti i film ambientano le proprie storie fuori dal centro città, nella periferia, in campagna o seguono i personaggi nei loro viaggi lontano dalle città. […] Mai prima d’ora abbiamo visto e accolto così tante storie d’amore. Amore folle, improbabile, inaspettato e inebriante, qualcosa che riguarda tutti gli incontri, nel profondo».
Il presidente di giuria del Festival di Berlino 2022 è l’indiano M. Night Shyamalan (“Il sesto senso”, 1999; “Old”, 2021): della commissione giudicatrice fanno parte il regista brasiliano Karim Aïnouz (“La vita invisibile di Eurídice Gusmão”, 2019), il produttore tunisino Saïd Ben Saïd (collaboratore di Brian De Palma, David Cronenberg, Roman Polanski e Paul Verhoeven), la regista e sceneggiatrice tedesca Anne Zohra Berrached (“24 Weeks”, 2016), la scrittrice e regista zimbabwese Tsitsi Dangarembga (“Everyone’s Chlid”, 1996; “Kare Kare Zvako”, 2004), il regista giapponese Ryûsuke Hamaguchi (“Il gioco del destino e della fantasia”, vincitore dell’Orso d’argento – gran premio della giuria 2021 e “Drive My Car”, vincitore nel 2022 del Golden Globe come miglior film in lingua straniera e candidato a quattro premi Oscar), l’attrice danese Connie Nielsen (“Il Gladiatore” di Ridley Scott, 2000).
L’Orso d’oro onorario alla carriera verrà attribuito – nel corso di una cerimonia che si svolgerà al Berlinale Palast di Potsdamer Platz, il prossimo 15 febbraio – all’attrice francese Isabelle Huppert. Per renderle omaggio la Berlinale proporrà sette suoi film, presentando in anteprima mondiale la sua ultima interpretazione, “À Propos De Joan” (About Joan) di Laurent Larivière.
«Siamo orgogliosi di riaccogliere Isabelle Huppert al festival», hanno sottolineato i direttori Rissenbeek e Chatrian. «L’Orso d’oro onorario può sembrare una progressione naturale in una carriera senza eguali, dato che Isabelle Huppert è una delle poche artiste riconosciute con premi di recitazione in tutti i principali festival del cinema. Ma Isabelle Huppert è più di un’attrice celebrata: è un’artista senza compromessi che non esita a correre dei rischi e a rifiutare le tendenze mainstream. Assegnarle il nostro premio più prestigioso significa accentuare il cinema come forma d’arte, indipendente e incondizionata. Spesso vediamo gli attori come strumenti nelle mani dei registi, ma Isabelle Huppert è un chiaro esempio che la dinamica può essere un vero scambio. Gli attori possono essere il vero motore per creare non solo emozioni, ma anche concetti di cinema».
Berlinale 2022: i vincitori
La giuria – presieduta dal regista M. Night Shyamalan e composta da Saïd Ben Saïd, Karim Ainouz, Anne Zohra Berrached, Tsitsi Dangarembga, Ryusuke Hamaguchi e Connie Nielsen – ha laureato nella giornata di mercoledì 16 febbraio con l’Orso d’oro “Alcarràs” della regista spagnola Carla Simòn, un dramma rurale in lingua catalana sulla scomparsa delle tecniche tradizionali di coltivazione nelle campagne.
L’Orso d’argento per il miglior film è andato a “Avec amour et acharnement” della regista francese Claire Denis, la storia di una crisi di coppia con protagonisti Juliette Binoche, che ha ricevuto il Premio alla Carriera, e Vincent Lindon.
La giuria della Fédération Internationale de la Presse Cinématographique, composta da René Marx (Francia), Anna Maria Pasetti (Italia) e Hsin Wang (Taiwan), ha assegnato il Premio FIPRESCI della critica internazionale a “Leonora addio” di Paolo Taviani (alla sua prima regia dopo la scomparsa del fratello Vittorio), che racconta l’incredibile odissea dell’urna con le ceneri di Luigi Pirandello, tumulata soltanto quindici anni dopo la morte dello scrittore: secondo i giurati, «guidato dallo spirito libero del genio di Pirandello, il regista mescola poesia, malinconia, ma anche ironia, fantasia e letizia per raccontarci i misteri della vita, della morte e della memoria».
Il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha sottolineato: «Il premio FIPRESCI per “Leonora addio” a Paolo Taviani è un importante riconoscimento che la stampa internazionale alla Berlinale ha voluto conferire a uno dei maggiori registi del nostro tempo e rappresenta al contempo un ulteriore successo del cinema italiano, nuovamente capace di parlare al mondo in modo originale, creativo e immaginifico».
L’Orso d’argento Gran Premio della Giuria è stato attribuito a “The Novelist’s film” di Hong Sangsoo, mentre l’Orso d’argento Premio della Giuria è andato a “Robe of Gems” di Natalia Lopez Gallardo.
L’Orso d’argento per la migliore interpretazione protagonista è stato assegnato a Meltem Kaptan per “Rabiye Kurnaz Vs. George W. Bush” di Andreas Dresen; l’Orso d’argento per la migliore interpretazione non protagonista ha premiato Laura Basuki per “Nana” (Before, Now & Then).