La Giornata nazionale contro il bullismo al Leardi
L'incontro dello scorso lunedì 7 febbraio
CASALE – Dal 2017, per iniziativa del Ministero dell’Istruzione, il 7 febbraio si celebra la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. Per questo, lo scorso lunedì si è tenuta presso l’istituto Superiore ‘Leardi’ un’interessante mattinata informativa sul tema, durante la quale gli alunni hanno avuto modo di esprimersi, riflettere, condividere sensazioni e stati d’animo, grazie agli interventi tenuti dal professor Carlo Berrone, docente referente per la lotta al bullismo e psicologo, e dalla dottoressa Enrica Ferrari, psicologa e referente del progetto ‘Sportello spazio ascolto’.
Promotori della giornata sono stati i rappresentanti d’Istituto, in particolare Giulia Giusto della 4aAfm, dal cui interessamento è partito lo stimolo per l’iniziativa: «Ho proposto questo argomento perché oggi più che mai è attuale. Con questa iniziativa volevo dar voce a tutti coloro che hanno subito forme di violenza e offrire degli strumenti di riflessione a coloro che l’hanno provocata e a chi ha assistito ad atti persecutori di vario tipo.
Ancora più pericolosa, perché immateriale ma dagli effetti dolorosi, è la piaga del cyberbullismo: credo che sensibilizzare i giovani sia fondamentale, in un’epoca in cui i social sono diventati terreno fertile per questo fenomeno e veicolo di varie forme di aggressione, tra cui quella verbale e psicologica, a parer mio non meno terribile di quella fisica».
Dopo i saluti introduttivi della preside Nicoletta Berrone, i relatori, collegati dall’Aula Magna, hanno raggiunto in diretta video tutti gli studenti dalle loro classi, permettendo a ciascuno di seguire e di intervenire in un dialogo partecipato e costruttivo. Carlo Berrone, in apertura, ha ricordato che l’8 febbraio sarebbe stata la Giornata mondiale per la sicurezza in rete e per l’uso positivo di Internet e, nel suo intervento, ha approfondito il tema del bullismo insistendo sulla propensione ad atteggiamento aggressivi e violenti in età adulta: «Dovete aiutare la vittima a non sviluppare un senso di colpa verso di sé – si è raccomandato – perché chi subisce atti persecutori non è mai colpevole. Occorre invece, se si assiste a qualche episodio o si viene a sapere qualcosa, non rimanere indifferenti, ma segnalare a chi di dovere, come un genitore o un insegnante, quanto sta accadendo».
Dalla psicologa Enrica Ferrari, invece, il tema della violenza, soprattutto sui nuovi media e online, è stato declinato in una prospettiva di genere: «Il bullismo si connette in modo molto stretto alla violenza sulle donne – ha ricordato l’esperta – Grazie a una presentazione, condivisa con gli studenti, ho tentato di individuare il problema sia nel suo excursus di violenza sia nella sua vertiginosa ascesa alla manipolazione psichica della vittima. Ho voluto insistere sul dato numerico che la violenza non appartiene a fasce di età o di certo sociale ma anche a persone molto istruite, o socialmente di grande importanza. È stato anche sottolineato quanto nella comunicazione e nella pubblicità sia ancora presente la mercificazione del corpo femminile, che apre la strada a comportamenti prevaricatori».
«Quali sono i segnali che si possono cogliere quando un giovane, vittima di bullismo, non riesce ad esprimere la propria sofferenza? Qual è il miglior modo per aiutare la vittima, magari se si sente insicuro ed è restio a farsi aiutare?» sono alcune delle domande giunte dagli studenti in collegamento. «Tra i segnali di disagio di una vittima sicuramente vanno considerati la perdita di entusiasmo verso i propri interessi, come lo sport, le relazioni sociali o la convivialità, nonché il crollo nel rendimento scolastico, fino ad arrivare a problematiche di natura psicosomatica – risponde il prof. Berrone – Per aiutare una vittima di bullismo occorre senza dubbio dimostrarsi attenti verso la persona in questione, offrire il proprio ascolto e la propria vicinanza, inoltre la si può far ragionare se davvero vale la pena continuare a subire violenze senza cercare aiuto».
Ha concluso Giulia Giusto: «Nell’ambiente scolastico il bullismo è sempre stato un tema “caldo” ed è importante che si parli sia di quali conseguenze atti di questo tipo possono causare a un adolescente sia come prevenirli, offrendo validi strumenti su come affrontarlo nel momento in cui si è vittima».